Bobbio: “mia autocandidatura ha scassato i suoi giochetti”
Villari, Picone, Bobbio. Sono le tre candidature, in attesa del pronunciamento del sindaco De Magistris (orientato sul nome di Dario Scalella), avanzate da Provincia di Napoli, Camera di Commercio e comune di Castellammare di Stabia alla futura guida dell’Autorità portuale di Napoli. Comincia a delinearsi, dunque, una griglia ufficiosa di nomi alla successione di Luciano Dassatti, il cui mandato scade il prossimo 4 febbraio. E si scalda anche l’atmosfera per una nomina considerata strategica nella gestione degli appalti milionari del Grande Progetto che ridisegnerà il porto di Napoli.
Ne è testimonianza il battibecco tra l’ex sindaco di Castellammare, autocandidatosi alla guida dell’ente portuale, e il sindaco di Napoli che ha giudicato “ridicole” le pretese di Luigi Bobbio. “Se per De Magistris il fatto di arrivare a una scelta collegiale (che nell’ambito di coloro che fanno politica assume l’espressione più elegante di concertazione) significa scegliere tutto e solo quello che dice lui – ha replicato a muso duro Bobbio – allora meno male che non ci siamo messi d’accordo. D’altronde, cosa aspettarsi dal sindaco di Napoli il quale fino a qualche giorno fa era ancora convinto che i nomi da esprimere dovessero essere solo tre, dimenticando che in questi ultimi anni nell’Autorità portuale è entrata la città di Castellammare di Stabia e che, se ne dovessero entrare altre, di città, i nomi da esprimere sarebbero cinque, sei…”.
Nel ricordare come un autocandidatura non è vietata Bobbio ha ribadito che la sua scelta nasce non solo dalla volontà di “scassare i giochini che De Magistris un po’ furbo e un po’ inesperto voleva tentare” ma anche di “introdurre nella quaterna chi possa e sappia rappresentare non solo la centralità di Castellammare nell’Autorità portuale, ma anche esprimere una ormai approfondita conoscenza dei meccanismi dell’Authority acquisita in quasi tre anni”.
Fatto sta che il mancato accordo sulla terna di candidati da proporre al ministro Passera non ha permesso di rispettare il calendario previsto (il termine ultimo scadrà il 4 dicembre). Il ministro dello Sviluppo, così, dovrà scegliere se accettare i nomi pervenuti in ritardo, prima di sottoporli al gradimento del presidente Caldoro.