Roma, 30 giugno 2020 – “Non siamo noi a decretare il fermo tecnico dell’autotrasporto. I nostri mezzi si fermano perché il sistema autostradale ligure e, per conseguenza, del nord ovest è collassato e rende impossibile qualsiasi attività di presa e consegna delle merci, nonché la sopravvivenza delle attività di autotrasporto e logistica”. Ad annunciare uno dei blocchi potenzialmente più devastanti anche nella storia della portualità ligure e della logistica nel nord ovest, è Giuseppe Tagnochetti, responsabile di Trasportounito in Liguria.
E proprio da Trasportounito, su pressione di un sistema di aziende, che non solo viaggiano contro il muro del fallimento, ma anche verso una prospettiva di destrutturazione globale del mercato, arriva un j’accuse senza precedenti: l’autotrasporto considera il governo e il Ministero dei Trasporti i primi responsabili di questo disastro, e a loro sarà presentato il conto dei danni. “Spettava e spetta al Governo – prosegue Tagnochetti – garantire la libera circolazione delle merci, la libertà delle imprese e la tutela del sistema economico. Se poi emergeranno responsabilità del concessionario, oppure carenze evidenti nei controlli pubblici sul rispetto dei contratti di concessione, ciò non riguarderà l’autotrasporto ma i rapporti fra Stato e imprese private”.
Il dato di fatto resta l’incubo quotidiano in cui si sono trasformate le autostrade della Liguria. Vittime di questa situazione parossistica sono le imprese di autotrasporto i cui mezzi restano bloccati per ore in code interminabili, non riescono più a effettuare le prese e le consegne di merce e contano ormai solo i danni e le insostenibili difficoltà economiche che spingono le aziende sul crinale dell’irregolarità.
“A recitare la parte dell’agnello sacrificale – prosegue Tagnochetti, – non ci stiamo più. Ogni livello di guardia è stato superato in una recita quotidiana sulla pelle dell’autotrasporto. Ci uniamo alle dichiarazioni di protesta che il Presidente della Camera di Commercio di Genova ha lanciato in rappresentanza di tutte le categorie economiche. Ora basta: se entro 48 ore non saranno individuate soluzioni come corsie preferenziali, ripristino della normale viabilità, riapertura di gallerie e viadotti limitando i lavori a precise e inderogabili fasce orarie, l’autotrasporto avvierà forme di protesta fino al fermo tecnico definitivo dei servizi”.
“Quello in atto – prosegue Tagnochetti – è un attacco criminale contro l’autotrasporto e qualcuno, anche davanti alla magistratura, dovrà rispondere a questi interrogativi:
– come mai nei mesi del lockdown il Ministero dei Trasporti non ha completato e forse neppure iniziato i controlli sulla rete?
– chi si assume la responsabilità di costringere gli autotrasportatori, fermi per ore in coda, a violare tutte le norme sui tempi di guida e sulla sicurezza?
– chi risarcirà alle nostre aziende e a tutto il sistema commerciale e industriale l’enorme danno economico e di produttività conseguente che stanno sostenendo e che sarà oggetto di una richiesta danni da parte della categoria?
– chi è responsabile del diniego opposto persino alla richiesta di garantire la gratuità di alcune tratte?
– chi si farà carico del costo degli incidenti sulla strada, del fallimento delle aziende e della disoccupazione che si sta generando?
– dove erano tutti i controllori pubblici che tentano oggi in venti giorni di ovviare all’assenza di anni nelle verifiche di sicurezza di gallerie e viadotti, dopo aver comodamente indossato una benda sugli occhi per decenni e decenni?”.