Si è svolta oggi la prima delle tre giornate delle manifestazioni sull’energia organizzate da BolognaFiere Water&Energy – BFWE. In contemporanea anche Dronitaly. Emily Clancy, Vice Sindaca di Bologna: “Stiamo mettendo in campo un percorso verso una città a impatto climatico zero”. Vincenzo Colla, Assessore regione Emilia-Romagna: “Piano energetico da 4 miliardi e mezzo di euro che punta su autoconsumo”. Domani si prosegue con la seconda giornata.
Dal Gnl passando per il bio-gnl e biometano fino all’idrogeno. La scommessa della transizione energetica si deve necessariamente basare su un mix di soluzioni, supportate da nuove tecnologie, investimenti e sostegno politico-istituzionale. In tutti i settori, da quello dei trasporti a quello dell’industria, con un approccio orientato all’autoconsumo.
E’ quanto è emerso oggi durante il convegno inaugurale delle manifestazioni dedicate ai temi dell’energia e dell’ambiente organizzate da BolognaFiere Water&Energy – BFWE: HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo, Forum Fuels Mobility, ConferenzaGNL e CH4 che quest’anno lancia il nuovo progetto bioCH4 sui “green gas”, in particolare sul biometano.
Manifestazioni, con un vasto programma di seminari e convegni, che fino a venerdì 13 ottobre si svolgeranno in contemporanea con Accadueo e Dronitaly: per ben tre giorni il quartiere fieristico di Bologna si trasforma in una piazza di incontro e scambio sulle principali tematiche della transizione ecologica. Oltre alle tavole rotonde, è stato allestito un maxi spazio espositivo di 20.000 Mq, con gli stand delle circa 400 aziende che espongono i propri prodotti più all’avanguardia.
“Mi ha fatto molto piacere portare i saluti qui a BFWE. Come Regione stiamo facendo investimenti che non hanno precedenti. Abbiamo approvato un piano energetico da 4 miliardi e mezzo di euro che punta a non fare più grandi centrali ma energia sempre più di prossimità in autoconsumo. Stiamo mettendo in campo tutte le fonti e le tecnologie più innovative, quindi ci dobbiamo attrezzare con idrogeno, elettrico, biometano, e poi riciclo, risparmio, riuso. Ma abbiamo anche bisogno delle “teste” e del digitale, perché senza questi due fattori non si fa “green”. Questi sono i due grandi investimenti che ci permetteranno di cogliere la velocità della trasformazione in atto di tutto il sistema energetico e idrico”, ha commentato Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo economico e Green economy, Lavoro, formazione e relazioni internazionali Regione Emilia-Romagna, intervenuto al convegno inaugurale.
Innovazione tecnologia e digitalizzazione sono dunque stati al centro di questa prima giornata senza però dimenticarsi l’impotanza dell’”elemento umano”, che anzi rimane in primo piano per far funzionare il tutto.
Emily Clancy, Vice Sindaca del Comune di Bologna, si è invece soffermata sullo “scenario geopolitico globale e il drammatico aumento dei prezzi del gas e dell’energia” che “rendono ancora più evidente la necessità di accelerare enormemente il ritmo della transizione energetica verso fonti rinnovabili, pulite e per quanto possibile prodotte localmente, così da garantire certezza di approvvigionamento e costo e contrastare la povertà energetica oltre che la crisi climatica”.
In particolare – ha continuato Emily Clancy – “Bologna nel 2022 è stata selezionata dalla Commissione Europea per la Missione 100 città neutrali e intelligenti entro il 2030 dai cittadini per i cittadini. Attraverso questa missione stiamo mettendo in campo un percorso verso una città a impatto climatico zero, un obiettivo che il Comune di Bologna ha abbracciato con determinazione e impegno. La partecipazione alla missione richiede innanzitutto uno sforzo nell’innovazione della “governance condivisa”. Questo significa che dobbiamo lavorare insieme, cittadini, imprese, istituzioni, per raggiungere l’obiettivo comune di una città a impatto zero. Iniziative come BolognaFiere Water&Energy vanno esattamente in questa direzione”.
Tra il mix di soluzioni, quella più matura risulta essere il GNL in particolare per le grandi flotte e per il trasporto marittimo, seppure bisognosa di una strategia nazionale per attirare investimenti e dissipare le incertezze negli investimenti. Il tema è stato approfondito durante ConferenzaGNL.
“Con la transizione energetica stiamo andando bene, ma non benissimo. Le emissioni sono ancora cresciute, nei prossimi 30 anni dobbiamo riuscire ad invertire la tendenza e arrivare quasi a zero. Per fare questo dobbiamo lavorare sulle tecnologie già esistenti e svilupparne altre. Nel trasporto terrestre e marittimo, di cui si occupa Assocostieri, bisogna favorire il contributo di tutti i combustibili, anche del GNL fossile nell’ottica di spostamento verso il bio GNL e poi verso l’idrogeno e l’ammoniaca”. ha commentato Elio Ruggeri, Presidente Assocostieri.
“Siamo ottimisti sul rilancio del GNL in tutti gli ambiti e questo grazie alla riapertura della finestra di prezzo tra gasolio e metano che rappresenta una valorizzazione maggiore del GNL rispetto al petrolio” ha commentato Diego Gavagnin, Coordinatore Comitato Scientifico ConferenzaGNL.
Quanto al biometano, durante le tavole rotonde del nuovo progetto bioCh4, si è parlato delle novità normative legate al settore, in particolare al dm 224 del 14 luglio 2023 che ha introdotto i meccanismi di erogazione delle garanzie di origine andando a individuare le criticità e potenzialità del settore. Si è poi approfondito da un punto di vista tecnico le tecnologie disponibili sul mercato per trasformare il biogas grezzo in biometano.
Infine è stato affrontato il problema dei comitati contro e degli strumenti migliori per rispondere ai tentativi di questi “professionisti della protesta” che tentano di bloccare le nuove iniziative imprenditoriali e i nuovi impianti a biometano.
“Vivere il territorio in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale è lo strumento migliore per combattere i comitati contro. Importanti sono anche i progetti di solidarietà. Noi come Cooperativa Speranza ad esempio scaldiamo con il teleriscaldamento l’ospedale IRCC di Candiolo e una parte dei proventi viene destinata alla beneficienza sul territorio”, ha detto Serena Vanzetti, Cooperativa Speranza di Candiolo (TO).
Nel futuro (prossimo) c’è l’idrogeno che ha già conquistato incentivi e tecnologie, ma ha bisogno di un piano nazionale di sviluppo per attrarre investimenti e superare il gap competitivo dei costi. Durante i convegni HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo – organizzati da BFWE in collaborazione con H2IT – ci si è soffermati sulle tecnologie più all’avanguardia nel settore dei trasporti e dell’hard to abate e sui progetti previsti nell’ambito del PNRR, come quelli sull’Hydrogen Valleys.
“Quando si parla del futuro dell’energia, l’idrogeno assume un ruolo fondamentale. La sfida della decarbonizzazione richiede di puntare sulla diversificazione del mix energetico, sullo sviluppo di ogni tecnologia in chiave green, e sui vettori energetici puliti come l’idrogeno. Gli attori nazionali e internazionali della politica stanno ben comprendendo questa necessità e i risultati si iniziano a vedere sul fronte dei finanziamenti. Inoltre, per rafforzare il settore dell’idrogeno, giovane ma altamente innovativo e dal potenziale enorme, servono eventi come questo dell’Hydrogen Energy Summit Expo per fare cultura, per mostrare le eccellenze del comparto e per dare visibilità e sostegno alle innovazioni e ai progressi del settore. Se le imprese, le istituzioni, gli enti di ricerca e le autorità territoriali lavoreranno sinergicamente, potranno accelerare il successo del settore dell’idrogeno con la creazione di una filiera forte che avrà ricadute occupazionali. Questo non solo garantirà all’Italia un ruolo leader in questo ambito, ma ne sosterrà anche la corsa verso la transizione e la sicurezza energetica”, ha commentato il Presidente di H2IT, Alberto Dossi.
Ci si è poi soffermati sull’utilizzo dello sviluppo e dell’applicazione dell’idrogeno nei vari settori industriali. In particolare, attraverso l’illustrazione di due modelli di business calati nelle realtà industriali, in un settore hard-to-abate il primo e nelle raffinerie il secondo, è stato illustrato un approccio metodologico allo sviluppo di progetti concreti, mettendo allo stesso tavolo i diversi interlocutori (utilizzatori, ingegnerie, tecnologie) per la progettazione tecnica ed economica di simulazioni in ambito industriale.
“Per l’idrogeno nell’industria siamo alle battute iniziali, ma intravediamo la possibilità di sostituire qualche percentuale del gas metano: questo ci fa risparmiare CO2 e ci fa essere più rispettosi dell’ambiente. Nei settori hard to abate l’idrogeno può avere un ruolo importante: la sfida a cui stiamo lavorando è abbattere i costi per permetterne l’utilizzo nelle varie filiere produttive” ha commentato Alberto Zerbinato, ANIMA Confidustria Meccanica Varia.
Nell’ambito di HESE si è poi il ”H2 Tech Forum””, a cura di H2IT, che proseguirà fino a venerdì. Questo spazio ospita workshop, eventi e presentazioni tecniche che vedono la partecipazione delle aziende associate, rappresentanti di enti e associazioni partner di H2IT.
Il Forum Fuels Mobility ha messo al centro l’intermodalità nel trasporto delle merci come leva fondamentale nel processo verso la sostenibilità, che però deve essere sostenuta investendo sulle infrastrutture e cambiando la struttura della domanda di trasporto delle merci.
“Il trasporto intermodale deve poter competere alla pari con il trasporto su strada. Come rileva la Corte dei Conti Ue il sostegno non è stato sufficiente, ma occorre cambiare il punto di vista e coinvolgere tutta la filiera, compreso chi produce le merci”, ha ribadito Massimo Marciani, Presidente del Freight Leaders Council, che tra qualche giorno presenterà a Trieste uno studio sull’argomento nel Quaderno 31, pubblicazione periodica FLC.
In contemporanea a HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo, Forum Fuels Mobility, ConferenzaGNL, CH4-bioCH4, si è svolta anche Dronitaly, la manifestazione di riferimento per i droni civili a uso professionale in Italia. Si è parlato dell’utilizzo dei droni per esterni come mezzi a pilotaggio remoto per ispezionare ponti, ferrovie, linee elettriche, condutture, torri di raffreddamento e torri cellulari. I droni possono rilevare anche fughe di gas, sostanze chimiche e pericolose, possono essere utilizzati nei porti per verificare il rispetto delle emissioni.
I droni per spazi confinati (interni) sono utili per entrare in cunicoli e tubi (come serbatoi, caldaie o condotte idriche), fornire dati utili a consentire una precisa mappatura del sito e delle infrastrutture garantendo la sicurezza degli operatori preposti all’attività ispettiva e di manutenzione e una maggiore efficienza delle ispezioni.
“La nuova frontiera è la Smart Safety in cui droni, robot, sensori si integrano ormai nell’attività dei cantieri più avanzati. Ovviamente i droni non bastano, servono operatori, persone che processano i dati, i piloti, gli analisti, i chimici, i tecnici. I droni sono qui per restare e si evolvono a un ritmo impressionante. Chi non usa droni oggi è indietro nella curva di competitività, ha commentato Fabio Fata, Responsabile Commerciale Italia Flyability, relatore della tavola rotonda “Smart Safety – la sicurezza dei cantieri passa dall’innovazione”.