Per il 2019, l’azienda punta ad un aumento dell’utile lordo del 19%, mentre il 2018 è stato un anno turbolento per gli operatori della logistica a livello mondiale.
Rif Line Group, leader nella logistica internazionale con uffici in diversi paesi del mondo, ha chiuso lo scorso anno con un fatturato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente pur registrando un incremento del volume delle merci spostate.
Inoltre la sottoscrizione di migliori accordi commerciali con le compagnie di trasporto ha permesso all’azienda di vedere l’utile crescere in maniera considerevole, passando dai circa 180 mila € del 2017 a quasi 1 milione di euro nel 2018.
L’import è il settore più attivo per l’azienda, garantendo il 77% dei ricavi, l’export si ferma al 16%, mentre la logistica incide appena per il 7%. A livello geografico, il principale interlocutore di Rif Line è l’Oriente e, in particolar modo, i paesi con le economie in via di forte sviluppo, con la Cina al primo posto, paese che interessa ben il 58% delle merci trattate, seguita dall’India (14%) e Bangladesh (9%).
“La sfida per il 2019, sarà di confermare l’eccezionale performance in termini di volumi realizzati nel 2018 e di aumentare la marginalità attraverso un ulteriore efficientamento dei processi e una maggiore concentrazione sulle vendite realizzati attraverso una crescita organica del business. – ha dichiarato Francesco Isola, CEO del Gruppo – Il budget elaborato per l’anno 2019 prevede un livello dei noli sostanzialmente in linea con quello registrato nel 2018 e che, quindi, sconta un costo minore rispetto ai due anni precedenti. La stima di crescita sul mercato dell’export è supportata dagli investimenti effettuati nel network, frutto della strategia aziendale di privilegiare aumentare il peso di tale settore sul business aziendale”.
Complessivamente, dunque, Rif Line a chiudere l’anno con un aumento dell’utile lordo del 19%, soprattutto grazie ad una maggior presenza a livello internazionale e nei mercati più strategici. Forte della sua penetrazione nel mercato cinese, a marzo l’azienda ha ampliato il proprio network internazionale, trasformando gli uffici di rappresentanza di Shanghai e Shenzhen in veri e propri uffici operativi e commerciali, dove operano oggi 24 professionisti dedicati, mentre rimangono invariati gli uffici di rappresentanza di Hong Kong e Pechino. Data la richiesta crescente proveniente dal Bangladesh, e il fermento delle sue attività economiche, desiderose di aprirsi ai mercati internazionali, sono stati rafforzati anche gli uffici di Dhaka e Chittagong. Infine, Rif Line ha aperto il suo primo ufficio a Colombo, in Sri Lanka, un paese scelto in virtù dalla crescente richiesta da quelle aree di servizi per il trasporto merci verso l’Europa.
La scelta di investire in misura considerevole nei paesi asiatici è stata, dunque, dettata dalla necessità di gestire meglio ed implementare flussi commerciali già consolidati, ma anche dal desiderio di anticipare le richieste di un mercato in continua evoluzione. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, infatti, nel 2019 il PIL mondiale a parità di poteri d’acquisto dovrebbe mantenersi su valori stabili rispetto all’anno precedente (3,9% circa), con stime di crescita per i paesi emergenti dell’Asia, di gran lunga i più dinamici, il cui PIL si stima aumenterà nel complesso ad un ritmo superiore 6% annuo.
“Siamo coscienti che solo le aziende che hanno capacità di investire possano continuare a crescere – ha concluso Isola – Quest’anno abbiamo posto delle solide basi al nostro sviluppo internazionale, da domani possiamo cominciare ad aprire le ali”.