• 8 Settembre 2024 03:24

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Boicottaggio tunisino per Grimaldi, interviene Confitarma

La Goulotte, da sei giorni in rada Eurocargo Bari

 

Una grave violazione del diritto internazionale sulla libertà dei traffici commerciali. Entra in campo anche Confitarma nella vicenda della nave italiana “Eurocargo Bari” del Gruppo Grimaldi di Napoli, ferma in rada a Tunisi da sei giorni per il divieto delle locali autorità portuali.

L’unità, insieme alla gemella Eurocargo Cagliari, è impiegata sul servizio ro/ro trisettimanale tra Livorno, Genova, Palermo e Tunisi che, dal 19 novembre, aveva ripristinato i collegamenti della compagnia partenopea con il Paese nordafricano. Dopo i primi due scali a La Goulette (porto di Tunisi), però, lo scorso 23 novembre è arrivato l’inaspettato alt all’attracco in seguito alle accuse di concorrenza sleale lanciate dalla compagnia statale CTN.

“Abbiamo svolto tutti i possibili interventi ai più alti livelli, ma dopo 6 giorni dal fermo della nave, non abbiamo avuto alcun riscontro – spiega il presidente di Confitarma Paolo d’Amico – Nel frattempo la Tunisia riesce a tutelare i propri operatori, decidendo chi, dove e quando può operare nei suoi porti e condizionando di fatto l’operatività dei nostri servizi, mentre le autorità italiane continuano a tollerare impotenti e in silenzio tale situazione”.

Il blocco della nave, con a bordo 30 uomini di equipaggio, ha coinvolto fin da subito il ministero degli Esteri e dei Trasporti e ha causato un evidente aumento della tensione sulle banchine sull’altra sponda del Mediterraneo fomentata, secondo Grimaldi, da una “campagna denigratoria e calunniosa” sulla stampa tunisina. Anche in Italia, d’altro canto, si registra nervosismo. Una delegazione sindacale in partenza da Napoli avrebbe voluto organizzare un contro-boicottaggio nel porto di Genova, poi annullato, sui moli dove opera la CTN.

“Siamo costretti a rilevare – denuncia d’Amico – la totale assenza di una strategia politica e diplomatica italiana a difesa di interessi nazionali, e ciò è tanto più sorprendente se si considera che viene penalizzato chi produce e da’ lavoro anche in un periodo di crisi come questo. Mi spiace dover sottolineare che anche i sindacati non sono riusciti a fare fronte comune in una situazione come questa che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente”.