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Cantieristica navale, Filippine e Bangladesh sugli scudi

DiGiovanni Grande

Nov 26, 2012

Mercato asiatico “maturo”, alla ricerca di nuove opportunità

 

La cantieristica navale di Cina, Corea e Giappone necessita di nuove opportunità di sviluppo. Dopo la crescita esponenziale registrata negli ultimi tre lustri, con la leadership del mercato mondiale (più del 90% degli ordini), il settore sembra aver raggiunto la sua fase di maturità. Complice anche le difficoltà della crisi economica è ora alla ricerca di uno sbocco estero in grado di offrire le migliori opportunità di investimento. E potrebbe averlo trovato nelle Filippine.

Il Paese, stando ad uno studio condotto dall’agenzia giapponese per la cooperazione internazionale e Nomura Research Institute, avrebbe tutte le caratteristiche per diventare il punto di riferimento per l’attività di riparazione navale della regione Asia-Pacifico. Posizione strategica rispetto alle rotte principali, baie riparate e con pescaggi adeguati, manodopera a buon mercato, incentivi fiscali. Soprattutto, la necessità di investimenti esteri per adeguare un’infrastrutturazione rivolta alla sola domanda interna.

Ad oggi, secondo lo studio, nelle Filippine sono registrati 121 cantieri medio-piccoli che occupano poco più di 8 mila operai: pescherecci, piccole navi cisterna, chiatte, il tradizionale mercato di riferimento. Tuttavia, anche grazie ad un piano statale per favorire l’insediamento di realtà estere, si è già cominciata a registrare una inversione di tendenza e un aumento progressivo del tonnellaggio. L’ingresso di giganti come Tsuneishi Heavy Industries (Giappone) e Hanjin Shipyard (Corea) hanno posto le Filippine a ridosso dei grandi leader del settore: nel 2012 infatti il portafoglio ordini  è stato superato solo da Cina, Giappone, Corea e Brasile.

Ma l’interesse per gli investimenti nella cantieristica asiatica non riguarda solo i maggiori players dell’area. All’inizio di novembre, ad esempio, una delegazione danese in visita in Bangladesh ha stretto rapporti per un possibile trasferimento di know how tecnologico per i cantieri di Chittagong. L’obiettivo per il governo bengalese è quello di reperire almeno 2 miliardi di dollari, tramite join venture o collaborazioni pubblico-private, per affiancare al settore delle demolizioni una moderna industria cantieristica. Attualmente gli stabilimenti del Paese producono piccole unità (traghetti e cargo) per il mercato danese, tedesco e finlandese ma, con un economia in  crescita del 6% annuo, è emersa la necessità di navi più grandi a servizio della domanda interna.