Il rapporto annuale 2011: “necessario un piano organico”
Il cluster marittimo contribuisce alla formazione del Pil con una quota del 2,6% (pari a 39,5 miliardi di euro) e assorbe il 2% dell’occupazione. È quanto emerge dal “45° Rapporto sulla situazione sociale del Paese” del Censis. Il valore delle esportazioni è di 9,7 miliardi di euro (il 3,3% dell’export nazionale): dei 39,5 mld/euro generati dal sistema, l’89%, pari a 34,9 mld/euro, riguarda attività di mercato mentre alla componente istituzionale (Marina militare, Capitanerie di porto e Autorità portuali) è attribuibile una quota di 4,5 mld/euro. “Grazie al carattere complesso e multiforme – rileva il Censis – il cluster marittimo ha attraversato la fase di crisi iniziata nel 2008 attivando strategie di riposizionamento dinamico, che consentono oggi di riprendere la marcia. Ma è necessario un piano organico, fattibile e con finanziamenti certi, di interventi sulle infrastrutture materiali e di collegamento terra-mare”.
Su questo punto, in generale, arrivano brutte notizie: “le infrastrutture strategiche della legge obiettivo sono 390, per un costo complessivo di 367 miliardi di euro. Dal 2004 a oggi sono passate da 228 a 390 e il loro costo complessivo è cresciuto del 57,4%. Le risorse a copertura dei progetti sono però pari a circa 150 miliardi di euro a fronte di un fabbisogno di 367,4 miliardi. Le opere portate a compimento rappresentano, in termini di valore, solo il 9,3% dell’intero programma. Le opere in corso sono il 9,9% e quelle contrattualizzate il 10,2%”.