• 23 Novembre 2024 05:32

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Continua il braccio di ferro sui servizi tecnico – nautici

Liberalizzazione vs regolarizzazione in un meeting a Venezia

È Venezia l’epicentro dello scontro sulla regolamentazione dei servizi tecnico nautici. È qui che la posizione “liberista” del presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, ha dato il via a un “braccio di ferro” che investe tutto l’assetto della portualità italiana. Sollevando problematiche destinate a continuare anche dopo i ripetuti ricorsi al Tar, con la magistratura chiamata a pronunciarsi nella intricata situazione che si gioca tra il ruolo della pubblica amministrazione e il privato concessionario di tali servizi.

L’irriducibilità delle posizioni è confermata da quanto emerge da un meeting organizzato dall’international Propeller Club Port of Venice  pressola Congresshall della VTP (Venezia Terminal Passeggeri) cui hanno partecipato, oltre al presidente del Porto Costa, il comandante della Direzione Marittima del Veneto e Capitaneria di Porto Amm. Tiberio Piattelli, il presidente di Federagenti Michele Pappalardo. “L’ampio dibattito – spiega  Massimo Bernardo,  presidente del Port of Venice – ha dimostrato ancora una volta come burocrazia e monopoli acquisiti negli anni  risultino dannosi alla competitività del nostro sistema portuale non solo dal punto di vista economico ma, soprattutto, per l’incertezza che regna sovrana tra chi chiede che siano le pubbliche istituzioni (Autorità Portuali e Autorità Marittime) a definire tariffe e modalità dei servizi e chi invece  affida al confronto e alla concertazione nei “tavoli di lavoro”  la soluzione dell’intricato busillis”.

In questo contesto il  neoeletto presidente di Federagenti Michele Pappalardo, in linea con quanto dichiarato dal  presidente di Confitarma D’Amico, ha proposto una “tregua dei ricorsi” e la riapertura di un confronto per l’individuazione di nuovi criteri e meccanismi di formazione e revisione delle tariffe di rimorchio e pilotaggio portuale. “Ci troviamo in un momento particolarissimo della nostra economia – sottolinea il presidente di Federagenti –, il mercato si presenta sempre più difficile ed agguerrito. Abbiamo già un notevole gap da colmare per la scarsa competitività dei nostri porti nei confronti dei nostri competitors sia europei che nordafricani. Non possiamo permetterci di correre anche il rischio di vedere dalla sera alla mattina e per un ordine di giustizia un sistema che dal tutto regolamentato passi al tutto libero”.

Un invito all’equilibrio che vede d’accordo l’Ammiraglio Pittelli.  Nel delineare gli aspetti del futuro assetto del settore il comandante del porto ha auspicato cambiamenti limitati alle sole regole di accesso, “introducendo meccanismi concorrenziali tra gli aspiranti erogatori”. Per gli aspetti tariffari, “ferme restando le valutazioni della competente direzione generale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha proseguito  – si ritiene che il sistema cosiddetto “rate of return” , inteso come rapporto tra il reddito che viene generato da un investimento e la corrispondente somma investita, espresso come percentuale del capitale che viene impiegato, risulti il sistema che meglio contempla l’esigenza dell’utenza con quelle del fornitore del servizio non sottacendo la circostanza che le tariffe stesse vengono determinate e rinnovate in contradditorio con tutte le parti interessate. Di contro – ha concluso– il sistema da più parti proposto del “price cap” con il quale l’aumento delle tariffe non può superare un determinato valore calcolato sottraendo al tasso di inflazione  sui beni di consumo una quota minima di aumento della produttività, costringerebbe l’impresa, nell’attuale contesto, alla minimizzazione dei costi che andrebbe ad incidere, inevitabilmente, sulla qualità del servizio prestato”.