• 5 Novembre 2024 05:22

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Cooperazione, dialogo interculturale, missioni archeologiche per costruire una strategia per la pace

Dalla BMTA i messaggi contro tutte le guerre
“Il motto della cooperazione italiana è non lasciare indietro nessuno, soprattutto nelle condizioni di maggiore difficoltà. Quindi non abbandoniamo un Paese in un momento critico o di conflitto”. Lo assicura Marco Riccardo Rusconi, Direttore della AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo preposta all’attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo definita dal Ministero degli Affari Esteri, tra i partner ufficiali della BMTA 2024 e che ha presentato alla Borsa le numerose iniziative di cooperazione in ambito culturale realizzate, con un focus su quattro Paesi dell’area mediterranea e del vicino oriente: Tunisia, Marocco, Giordania e Iraq.
“La nostra legge in materia – ha spiegato Rusconi – dice che la cooperazione allo sviluppo serve anche a prevenire i conflitti e a creare processi di pacificazione dopo i conflitti; quindi, l’Agenzia non lascerà mai un territorio e non lo farà neanche nel caso del Libano. Ringraziamo gli amici libanesi che sono venuti qui a Paestum. Il Libano è un Paese dove abbiamo importanti iniziative in corso; abbiamo contribuito alla ricostruzione del Museo Nazionale a Beirut: una bellissima operazione in un luogo di conflitto, dato che era sulla linea divisoria della lunga guerra civile che ha afflitto il Libano dopo l’invasione di Israele, e che nel tempo è diventato un luogo di unità e di irradiazione di cultura”.
I progetti dell’AICS presentati ieri nel corso del panel “Il Patrimonio culturale nel Mediterraneo come fattore di sviluppo: le iniziative dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo”, sono esempi dei diversi ambiti di intervento dell’Agenzia, dal restauro fisico di monumenti e immobili come il recupero della policromia del mosaico di Madaba in Giordania, dove si è intervenuti con le maestranze locali al fine di trasmettere le competenze dei centri di restauro italiani, agli interventi di restauro architettonico finalizzati alla creazione di un Centro mediterraneo per le arti applicate come il complesso di Santa Croce a Tunisi, in cui si vogliono raccogliere e promuovere i mestieri tradizionali della cultura locale, fino alle iniziative volte al recupero di ambienti per destinarli a laboratori di restauro con le più moderne e sofisticate attrezzature come a Jerash, in Giordania. E, ancora, come il Programma CHUD, in Libano, esempio virtuoso di progetto multidimensionale che coinvolge le 5 principali città storiche del Paese (Baalbek, Byblos, Sidone, Tripoli e Tiro), fino al caso del Museo di Aleppo, in Siria, dove l’azione di riabilitazione e recupero, che ha consentito di rendere nuovamente accessibile il museo, mira a valorizzare la coesione sociale e l’accoglienza e si inserisce nel quadro dell’azione umanitaria in risposta alle conseguenze della crisi siriana nella regione.
Con il Direttore di AICS Marco Riccardo Rusconi, tra i relatori del panel il Direttore Generale del Patrimonio Culturale Ministero della Cultura del Marocco Mustapha Jlokil Vice Direttore Generale delle Antichità del Ministero della Cultura della Siria Houmam Saad, il Direttore Generale del Museo dell’Iraq a Baghdad Luma Yas Jasim, l’esperto del Patrimonio Culturale di AICS Libano Georges Cherabie
“L’Agenzia ha voluto sostenere attivamente come partner centrale la BMTA perché la preservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico sono una delle componenti del grande range di attività della cooperazione allo sviluppo – ha dichiarato Rusconi – crediamo che la cultura possa essere un elemento fondamentale per rafforzare la coesione sociale e i sentimenti di unità in alcune comunità ed essere elemento di dialogo e ponte tra diverse culture. Un’azione che, oltre a rafforzare identità e coesione, porta sviluppo e prosperità: basti pensare a quante attività economiche possono svilupparsi attorno a un sito archeologico opportunamente valorizzato e come può essere volano di opportunità professionali. Ecco perché la dimensione alla formazione è fondamentale per noi: non agiamo sulle cose ma sulle persone, cioè su come si può creare sviluppo umano, economico e sostenibile attorno a questi siti e quindi portare prosperità anche nelle zone più remote dei Paesi con cui lavoriamo. L’efficacia delle attività poste in essere e i risultati ottenuti nel Mediterraneo come in altre parti del mondo, universalmente apprezzati e riconosciuti, ci incoraggiano a moltiplicare gli interventi su questo terreno, anche in altri contesti culturali, come nel continente africano, dove l’Agenzia opera storicamente e dove sta intensificando la sua azione, con la spinta del Piano Mattei, coinvolgendo sempre le eccellenze italiane del settore. Il sostegno alla cultura e alle iniziative in ambito culturale rappresenta un tratto importante della Cooperazione Italiana e quindi dell’azione di AICS, sin dalla sua costituzione nel 2016. La cultura – ha concluso il Direttore Rusconi – è, infatti, un importante strumento di coesione sociale, di identità e sviluppo e gioca pertanto un ruolo determinante nel costruire società stabili, pacifiche e resilienti e portare prosperità”.
“La cultura è il fondamento della pace, soprattutto in questi tempi in cui siamo angosciati in molte regioni per questa terza guerra mondiale frammentata in atto sul pianeta”: è il messaggio lanciato da Paolo Matthiae emerito della Sapienza Università di Roma, intervenuto nel corso della conferenza a cura della Direzione Generale della Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Esteri “Archeologia italiana: tradizione, innovazione e sviluppo locale” con i direttori delle missioni archeologiche italiane in Iraq, Libia e Siria. “Anche noi archeologi – ha aggiunto il professore che 50 anni fa in Siria scoprì Ebla – dobbiamo cercare di essere meno concentrati sull’archeologia militante tecnica e fare in modo che si abbia una visione più ampia delle nostre missioni all’estero a servizio del colloquio dei popoli, per essere una vera e propria forza per la pace. Non saremmo riusciti a fare quello che abbiamo fatto a Ebla se non ci fossimo sentiti parte del villaggio, e il fatto di esserci sentiti ed essere stati sentiti dalla popolazione siriana come parte di loro ha contribuito allo straordinario risultato scientifico. Senza il passato si capisce male il presente e si costruisce peggio il futuro”.
“Le missioni archeologiche sono spesso e volentieri strumenti riconosciuti di politica culturale che diventa di politica estera – ha evidenziato Filippo La Rosa Vice Direttore Generale della Direzione Generale Diplomazia Pubblica e Culturale – un riconoscimento fondamentale dalle istituzioni locali che si somma a quello di chi a livello locale è coinvolto dalle missioni. Apprezzamento, riconoscimento, dialogo: è questo il capitale non da poco che raccogliamo dalle testimonianze dei direttori oggi a Paestum e da cui si può partire per far sì che queste attività straordinarie siano l’inizio di una strategia per la pace”.
“Fiero degli archeologi presenti in Siria: una fiammella accesa, un filo mantenuto”: così, Stefano Ravagnan Inviato speciale del Ministero per la crisi siriana e prossimo ambasciatore residente a Damasco. “Lì continua a esserci una crisi, lunga ormai da 13 anni, ma grazie alla missione archeologica possiamo continuare a lavorare per ricostruire in quel Paese un senso di identità e rendere le persone anche più semplici fiere della ricchezza che hanno a fianco. Ricreare il senso di appartenenza per una popolazione che ha vissuto lacerazione pazzesca è lo stimolo essenziale per il futuro”.
In chiusura, la lettura del messaggio inviato dal Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Edmondo Cirielli che ha tenuto a ringraziare la BMTA “per aver reso possibile un evento che – da più di un quarto di secolo – costituisce un importante appuntamento per Università, Istituti di ricerca e operatori culturali, promuovendo al contempo la ricerca archeologica italiana, il territorio e il dialogo multilaterale” e rimarcare che “grazie al loro pregevole operato e alla favorevole accoglienza che ricevono da parte delle Istituzioni e delle comunità locali, le Missioni costituiscono un eccezionale strumento di Diplomazia Culturale e Cooperazione, elementi preziosi per rafforzare i rapporti bilaterali e contribuire alla conoscenza reciproca”.
“Ringrazio la Direzione Generale della Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Esteri per aver scelto la BMTA per questo importante momento di riflessione e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per la presenza straordinaria alla Borsa non solo con uno spazio fisico nel Salone espositivo ma anche con un contenuto importante e qualificato di approfondimento” ha detto il Fondatore e Direttore Ugo Picarelli.
 Sempre in serata poi la 10ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” il premio, in collaborazione con Archeo, dedicato all’archeologo che ha pagato con la vita per mano dell’Isis e che premia la scoperta archeologica dell’anno a livello internazionale, quale riconoscimento per gli archeologi, protagonisti nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio dell’umanità e vinta dalla scoperta del MOLA Museum of London Archaeology dei resti di un mausoleo romano a Londra nel quartiere di Southwark.
Il Premio si inserisce a pieno titolo come buona pratica di dialogo interculturale e della cooperazione tra popoli, tematiche che la BMTA ha portato a Paestum quale luogo di incontro (legittimato dalla partecipazione dei vertici delle Nazioni Unite della Cultura di Parigi, UNESCO e del Turismo di Madrid, UNWTO, ora UN Tourism) tra accademici, archeologi e operatori turistico-culturali, che hanno lavorato a progetti e tavoli comuni, nel solco di una visione culturale, dove non esistono frontiere e ideologie.
È intervenuto Mounir Bouchenaki Presidente Onorario della BMTA, già Vice Direttore Generale UNESCO per la Cultura che ha ringraziato Ugo Picarelli per aver creato il dialogo tra archeologi e turisti. “Ai tempi in cui io e Paolo Matthiae eravamo giovani archeologi – ha detto – avevamo paura dell’arrivo di visitatori in luoghi per noi così preziosi, ma oggi anche grazie alla BMTA siamo tutti consapevoli che il senso del nostro lavoro è valorizzare il patrimonio culturale a beneficio di tutti coloro che possono ammirarlo”.
È stato inoltre attribuito uno “Special Award” alla scoperta del Teatro di Nerone a Roma che, tra le cinque candidate, ha ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico sulla pagina Facebook della Borsa.