• 24 Novembre 2024 05:08

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Costa Concordia. Foschi: “Non rispettate totalmente tutte le procedure”

Il relitto di Costa Concordia

“La manovra non era approvata e autorizzata”

 

“Non possiamo escludere che ci sia stato un errore umano”. Pier Luigi Foschi, Presidente e Ad di Costa Crociere, smentisce la posizione finora tenuta dalla società e compie le prime ammissioni sulle responsabilità riguardanti la tragedia di Costa Concordia. “Noi daremo assistenza legale al nostro comandante – ha affermato – ma l’azienda ha il dovere di tutelare i suoi 24 mila dipendenti. Anche le procedure adottate a seguito dell’urto – ha ammesso – non hanno rispettato totalmente le rigide disposizioni previste”.

Foschi, visibilmente scosso, ha ricordato come in questo momento 1.100 persone del Gruppo in tutto il mondo stiano lavorando nella gestione “di questo terribile incidente”, con il compito di “supportare le operazioni di salvataggio, assistere gli ospiti e riportarli in sicurezza alla loro residenza”.

A proposito della rotta della nave ha spiegato che, per quanto risulta a Costa Crociere, una nave era transitata sottocosta davanti all’isola del Giglio solo un’altra volta, per la festa di San Lorenzo, il 9 agosto scorso, e sia l’azienda sia la Capitaneria di porto avevano dato il loro assenso. La manovra effettuata dal comandante Schettino invece “non era approvata e autorizzata dalla Costa”. “Il comandante – ha rilevato – ha preso un’iniziativa che è contraria alle nostre regole di comportamento scritte e certificate”.

In risposta alle polemiche sulle procedure e i mezzi di sicurezza non sufficienti, Foschi è stato netto: “tutti i membri dell’equipaggio fanno un’esercitazione di abbandono navi ogni due settimane mentre per tutti gli ospiti è prevista un’esercitazione entro 24 ore dal giorno dell’imbarco come richiesto dalla legge. Nel novembre 2011, poi, e successivamente all’inizio di dicembre, ispettori del Rina hanno certificato equipaggiamento e procedure della Concordia”.

“Una delle nostre principali preoccupazioni – ha continuato Foschi – è di evitare un disastro ambientale. In seguito all’incidente Costa è intervenuta immediatamente per impedire un potenziale impatto ambientale e sin dalla giornata di sabato si sta avvalendo della società leader al mondo nel settore, Smit & Salvage, con cui sta elaborando un piano di interventi; le azioni immediate a breve termine sono consistite nel realizzare una barriera di contenimento attorno allo scafo”.

Intanto, mentre continuano le ricerche dei dispersi, sospese alcune ore per il pericolo di spostamenti dello scafo, i dipendenti di Costa Crociere si mobilitano per difendersi dalle accuse di inefficienza. Il mezzo usato è il gruppo Facebook “Costa Concordia Survivors’ friends”. “Quattromila persone evacuate al buio, con la nave piegata, in meno di due ore. Gli incompetenti – denuncia Katia Keyvanian, membro dell’equipaggio di Costa Concordia – non sono in grado di fare questo. Abbiamo gestito – continua non senza rabbia – un branco di pecoroni che facevano i filmini con il telefono mentre spogliavo una ragazza bagnata fradicia per metterla nella coperta termica, che fumavano in condizioni proibitive rischiando di dare fuoco al gasolio. Che non si sognavano di chiedere se avevo bisogno di aiuto mentre da sola tiravo su dal mare una persona con una corda legata al polso. E hanno anche la faccia di chiamarci incompetenti”.

Relativamente alle ricadute economica, cominciano a circolare le prime cifre. “Abbiamo annunciato 93 milioni di dollari di danni, diretti. Dovremo affrontare – ha detto Foschi – ulteriori costi, non quantificati, perché sono di categoria non classificata da assicurazioni. Dove non c’è copertura interverrà la società”.

Tra gli esborsi anche quelli riguardanti il recupero del relitto. L’operazione, data la stazza della Concordia (114mila tonnellate), si annuncia difficile. Gli esperti della Smit dovranno innanzitutto svuotare la pancia della nave da 2.300 tonnellate di carburante. Successivamente, il tempo previsto è di circa due settimane, si potrà procedere a raddrizzare lo scafo attraverso l’uso di gru o con palloni pieni d’aria, capaci di rimettere la Concordia in linea di galleggiamento. Solo allora la società sarà in grado di decidere il futuro di quella che era considerata la sua unità più prestigiosa. Recupero o smantellamento pezzo per pezzo.

Antonella Ricciardi