Palomba, ECC: “Ridurre il prelievo nella bassa stagione”
Una maggiore flessibilità nella riscossione delle tasse portuali sulle navi da crociera potrebbe indurre le compagnie a prolungare la loro presenza nel Mediterraneo, con indubbi vantaggi economici per tutto il sistema. L’invito a rivedere la politica sui diritti di approdo arriva da Neil Palomba, Capo Ufficio Operativo di MSC Crociere e Presidente della sezione Porti e Infrastrutture dell’European Cruise Council.
Palomba ricorda come la tassazione negli ultimi anni abbia registrato un incremento costante a fronte della diminuzione di quasi il 30% dei prezzi medi delle crociere dal 2009. Con una tendenza non solo a mantenere alti gli oneri per le compagni ma anche a mantenerli fissi nel corso dell’anno. “La riduzione delle tariffe nei periodi di bassa stagione – spiega – è ancora un’eccezione. Se si considera che la tendenza del prossimo biennio per molti marchi sarà la riduzione di capacità, questo meccanismo dovrebbe invece essere incoraggiato. Non ha senso imporre gli stessi prezzi di cinque anni fa quando le navi portavano a bordo la metà dei passeggeri di oggi”.
Il rappresentante di ECC sottolinea anche come il successo del settore, di cui hanno indubbiamente beneficiato anche i porti, poggi sulla capacità di favorire le economie di scala. E invita le Ap ad adattare la propria offerta così come hanno dimostrato di saper fare le compagnie. “L’ideale – propone – sarebbe adottare gli stessi indirizzi e ridurre i costi pro rata per le navi di grande capacità. Ciò aiuterebbe le società a ridurre ulteriormente i prezzi per stimolare il mercato, senza danno per il bilancio globale del settore”.
Porti e compagnie, inoltre, dovrebbe interagire di più per la risoluzione di altri problemi come l’assegnazione degli ormeggi e la gestione dei rifiuti. Nonostante gli impegni a sviluppare linee guida chiare per la prenotazione degli approdi, denuncia Palomba, “in molti porti greci le attribuzioni seguano ancora il criterio frist come, first served”. Una situazione “inaccettabile” per compagnie che operano a livello globale, con pianificazioni degli itinerari fino a tre anni di anticipo.
Da risolvere, infine, le deficienze degli impianti portuali di smaltimento rifiuti, così come previsto dalla direttiva 2000/59/CE. La norma richiede che ogni scalo sia dotato di strutture adeguate alle esigenze delle navi ma a 12 anni dalla sua entrata in vigore siamo ancora all’anno zero. “Dopo ingenti investimenti – conclude – le navi da crociera sono in grado di riciclare fino al 95% dei rifiuti prodotti ma le strutture portuali in cui trasferire questo materiale sono praticamente inesistenti”. Al riguardo ECC ha chiesto all’Ue una radicale riformulazione della direttiva.
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