Venezia, 18 ottobre 2019 – Le delegazioni di sette dei principali porti crocieristici europei – Amsterdam, Palma di Maiorca, Bergen, Cannes, Dubrovnik, Malaga, Marsiglia Fos – si sono riunite oggi a Venezia, presente in qualità di uditore anche un rappresentante dell’International Transport Forum, rispondendo all’iniziativa “CRUISE 2030 CALL FOR ACTION” lanciata nel luglio 2019 dal Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Pino Musolino. Scopo dell’iniziativa, delineare strategie comuni volte ad accrescere la compatibilità fra il settore crocieristico e le realtà urbane e ambientali europee.
Le delegazioni hanno riconosciuto l’importanza economica e occupazionale del crocierismo ma, allo stesso tempo, i presenti hanno convenuto sulla necessità di intervenire in modo coordinato per contenere o eliminare i costi esterni connessi a tale fenomeno. Nel corso del meeting, ciascuna realtà portuale ha potuto sottolineare le diverse specificità dei relativi scali e, conseguentemente, le diverse criticità da affrontare e risolvere. Al fine di ottenere un quadro il più preciso, il porto di Venezia ha coinvolto i partecipanti in un’indagine volta a individuare le caratteristiche funzionali e infrastrutturali di ciascuno scalo e, conseguentemente, le relative criticità.
Il prossimo meeting si terrà a gennaio 2020 presso il porto di Palma di Maiorca. Nel mentre le delegazioni hanno deciso di lavorare a un piano d’azione con l’obiettivo di giungere al prossimo incontro con un documento condiviso da approvare.
Durante l’incontro odierno, le naturali differenze di opinione tra i vari porti si sono subito stemperate quando la discussione ha fatto emergere un sostrato di situazioni e percezioni comuni a tutti i soggetti coinvolti.
Molte delle istanze comuni dipendono innanzitutto dai limiti fisici che caratterizzano i porti europei che, a differenza di quelli caraibici ad esempio, sono incastonati in un quadro urbano di impianto antico di grande interesse storico ed artistico e, dunque, di forte richiamo per il turismo ma, contemporaneamente, anche caratterizzato da una maggiore fragilità. Per questo motivo, i presenti si sono trovati d’accordo nell’approfondire l’eventualità di progettare un naviglio più adeguato alle caratteristiche degli scali portuali gestiti e delle città di riferimento.
Gli spazi a disposizione dei porti europei sono, ugualmente, più ristretti e il rischio di congestione dovuto al traffico acqueo e al flusso turistico risulta più elevato di altri porti, situati in altri continenti, in cui le infrastrutture sono più ampie e le vie di accesso sono più agevoli. Tutto ciò influisce notevolmente sull’accettabilità sociale del comparto. Cionondimeno i presenti hanno evidenziato come sia necessario far emergere con forza le reali proporzioni e il relativo impatto di un comparto che è oggetto spesso di mistificazioni. La crocieristica, ad esempio, genera flussi turistici che sono solo una frazione di quelli che raggiungono le varie destinazioni d’interesse e portano, peraltro, grande ricchezza al territorio.
La sensibilità nei confronti della sostenibilità ambientale è un’altra caratteristica condivisa da tutte le delegazioni coinvolte. I porti europei coinvolti stanno cercando di ridurre il più possibile l’impatto delle crociere sforzandosi, nel contempo, di mantenere e rilanciare un business che ha enormi ricadute benefiche a livello economico e occupazionale per i territori di riferimento. I presenti hanno confermato l’interesse a ricercare nelle nuove tecnologie soluzioni per ridurre ulteriormente l’impronta ambientale del traffico crocieristico, non solo a livello di naviglio ma anche sul fronte dell’indotto che comprende trasporti urbani, navette, taxi, etc.