Una trentina di lavoratori passa la notte nella sede in cui si riunisce il Comitato portuale
Riprende l’allarme lavoro nel porto di Napoli. Una trentina di operai della Culp ha occupato da ieri pomeriggio la sala del Comitato portuale al primo piano dell’edificio dell’Ap. La decisione dei lavoratori è arrivata dopo il nulla di fatto in una riunione con le imprese. Al centro dell’incontro la questione dei turni-lavoro che la cooperativa dovrebbe garantire ai terminalisti nei momenti di maggiore attività, così come previsto dall’art.17 della legge portuale. Un ammontare che, ad oggi, non garantisce la sostenibilità economica dell’azienda costretta a ricorrere alla cassa integrazione. Sotto accusa anche la scelta di Conateco, principale terminalista dello scalo, di utilizzare unità distaccate della Soteco, “interferendo – denunciano i sindacati – con manodopera autorizzata ai sensi della legge 84/94 della società Turi Transport”. “Una decisione – afferma Gennaro Imperato, coordinatore Porti Fit Cisl Area metropolitana di Napoli – di cui chiediamo l’immediata sospensione. È necessario ripristinare gli accordi per evitare la rottura della pace sociale. Su questo punto protesteremo ad oltranza sollecitando un’immediata verifica dei piani d’impresa e degli organici”. Le difficoltà in cui si dibatte la Culp nascono dalla scarsità di lavoro assegnato ai suoi 77 operai: 12 mila turni l’anno scorso, appena 10 mila in questo scorcio di 2013. Troppo poco rispetto ai 17.500 necessari per garantire l’equilibrio economico dell’azienda. L’Ap di Napoli, in realtà, aveva provato la strada dell’incentivazione per chi si fosse rivolto al “serbatoio” lavorativo della cooperativa. Ma il sistema approvato dall’ultimo comitato portuale del 2012 è stato bocciato a Roma per questione finanziarie. Anche per questo i sindacati si appellano ad una mediazione in grado di salvaguardare il porto da un catastrofico “autunno caldo”. In attesa di un nuovo tavolo di confronto è confermato lo stato di agitazione del personale Culp.
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