Difficoltà di reperimento dei dati, la loro frammentazione, la scarsità degli indicatori di risultato, finanziamenti a pioggia per realizzare progetti di opere non sempre ascrivibili alla rigenerazione urbana
Difficoltà di reperimento dei dati, la loro frammentazione, la scarsità degli indicatori di risultato, finanziamenti a pioggia per realizzare progetti di opere non sempre ascrivibili alla rigenerazione urbana. Legambiente presenta dossier Civico 5.0 “Rigenerare l’edilizia residenziale pubblica. La sfida delle città per rispondere alla crisi climatica, sociale ed economica” un ‘indagine sulle ricadute delle principali strategie comunitarie che da tre settenni finanziano programmi connessi con la rigenerazione urbana: programmi molteplici, spesso interagenti e soprattutto rafforzati dal Piano di Ripresa e Resilienza. La rigenerazione urbana che ha acquisito un ruolo sempre più strategico nelle politiche mondiali, se si considera la funzione delle città già oggi e in particolare nel prossimo futuro. Infatti, secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 due persone su tre vivranno in città o in altri centri urbani.
“Pur essendo difficile quantizzare precisamente l’ammontare, il totale dei fondi attribuiti alla Campania- scrive Legambiente Campania- dagli anni 2000 raggiungerà i 2,8 miliardi di Euro entro il 2030. Ciò senza tener conto degli apporti forniti dai fondi stanziati per le politiche sociali e per lo sviluppo delle attività produttive connesse con l’attuazione degli interventi di rigenerazione urbana: edilizi, infrastrutturali, di realizzazione di attrezzature e servizi, di forestazione urbana, di mobilità sostenibile. Per il difficile reperimento dei dati, la loro frammentazione, la scarsità degli indicatori di risultato e soprattutto la vaghezza delle stesse denominazioni delle categorie di intervento, pur avendo riportato nel dossier tutti i programmi di finanziamento, si è scelto di analizzare nello specifico i dati che riguardano gli investimenti di rigenerazione urbana del PNRR ripartiti nelle tre sezioni della Missione 5 Componente 2: Investimenti in Progetti di Rigenerazione Urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, Progetti Urbani Integrati relativi alla sola Città Metropolitana, Programma Innovativo della Qualità dell’Abitare (PINQUA)”. Complessivamente gli investimenti di rigenerazione urbana del PNRR, al 31/12/23 ammontano ad un totale di 950.865.935 euro. La parte del leone alla Provincia di Napoli con 661.971.522 euro, segue la Provincia di Salerno con 70.316.526. Poi troviamo la Regione Campania che è soggetto attuatore dei PINQUA attraverso l’ACER Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale con 69.356.007 euro. La Provincia di Caserta finora conseguito un ammontare per investimenti pari 105.523.018. In coda la Provincia di Benevento e Caserta rispettivamente con 23.198.872 e 20.499.986
“Dal punto di vista qualitativo- scrive Legambiente Campania nel dossier– emerge che siamo ancora lontani da un approccio olistico alla rigenerazione urbana, così come promosso da UN-Habitat, il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani – che considera la rigenerazione urbana quel campo della politica pubblica che, attraverso la partecipazione degli abitanti, si occupa della ricrescita dell’attività economica, del ripristino della funzione sociale e dell’inclusione sociale e del miglioramento della qualità ambientale nelle località in cui questi elementi si sono deteriorati. Prevalgono, invece, ancora logiche distributive dei fondi, senza una gerarchia delle priorità territoriali e di specifici interventi. Nonostante l’intento dichiarato di creare in Campania e nella Città Metropolitana di Napoli un’ossatura policentrica, in grado di consolidare le città medie e anche i sistemi insediativi territoriali, i finanziamenti si concentrano ancora sul versante costiero, permanendo un ruolo predominante del capoluogo.”
“Non è apparso significativo- dichiara Anna Savarese, direttivo Legambiente Campania– analizzare nello specifico i progetti di rigenerazione urbana, potendosi dire che, a parte qualche eccezione, tutti i programmi dei due precedenti settenni hanno fatto registrare notevoli criticità nella spesa connesse alla mancanza di una pianificazione orientata a una rigenerazione urbana imperniata sull’innovazione e inclusione sociale e realmente partecipata dagli abitanti. Non solo- continua Savarese- si sono progressivamente stornate quote di finanziamento verso misure della programmazione che avevano fatto registrare migliori performance, ma soprattutto la “maglia” delle proposte ammissibili si è molto allargata includendo interventi di “riqualificazione” di strade o piazze o di singoli manufatti, o verso la realizzazione di parcheggi o anche la riqualificazione di strutture pubbliche, attuando solo azioni specifiche non inquadrate in uno scenario coerente con la strategia di UN-Habitat. Per quanto riguarda l’attuale settennio e con specifico riferimento agli Investimenti della Missione 5 Componente 2 del PNRR in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, analizzando i Finanziamenti per Comune– conclude Anna Savarese di Legambiente Campania- si palesa la distribuzione proporzionale alle diverse consistenze demografiche che induce riflessioni e interrogativi sull’effettiva corrispondenza tra i finanziamenti e la reale efficacia dei progetti di rigenerazione urbana. Siamo in presenza di comuni virtuosi, in grado di cogliere l’opportunità loro offerta o siamo di fronte a un’ulteriore esperienza di finanziamenti a pioggia per realizzare progetti di opere non ascrivibili alla rigenerazione urbana, dove prevale semplicemente l’esigenza di assicurare la spesa? “
Gli interventi edilizi
Con riguardo agli interventi edilizi, sono preponderanti gli interventi di Nuova Realizzazione (soprattutto nei Piani Urbani Integrati e nei Programmi Innovativi della Qualità dell’Abitare – PINQUA), rispetto a quelli di Recupero o di Restauro e risulta limitato il numero di interventi di Adeguamento Sismico così come quelli di Efficientamento Energetico: gli Interventi di Manutenzione Straordinaria con Efficientamento Energetico e di Ristrutturazione con Efficientamento Energetico costituiscono il 7,8% nei Progetti di Rigenerazione Urbana, 5,75% in quelli Urbani Integrati, a fronte del 30,07% nei PINQUA. Altrettanto scarsi i finanziamenti per la Protezione, Valorizzazione e Fruizione dell’Ambiente che costituiscono appena il 9,4% del finanziamento totale nei Progetti di rigenerazione urbana, lo 0,42% nei Progetti Urbani Integrati e sono inesistenti nei PINQUA. Anche con riguardo alla mobilità sostenibile i finanziamenti sono esigui per le tre Categorie variamente presenti nei due programmi di finanziamento, Altre modalità di trasporto Linee metropolitane e Piste Ciclabili costituiscono il 6,31% del totale per i Progetti di rigenerazione urbana e il 4,13% dei Programmi Urbani Integrati. Nei Pinqua sono assenti.
La rigenerazione urbana a Napoli parte dalle periferie
Legambiente, dato il peso preponderante della Città di Napoli, anche a fronte della sua popolosità, nel dossier ha analizzato tre “cantieri della transizione con i lavori in corso” concentrati nel capoluogo opportunamente proposti e avviati dall’Amministrazione Comunale, che connettono la rigenerazione con l’innovazione sociale e favoriscono il coinvolgimento degli abitanti. Sia col Progetto ReStart Scampia, che con quello di Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio che con il progetto di Nuovo Eco-quartiere a Ponticelli siamo davanti a veri programmi di rigenerazione urbana che intervengono sull’edilizia con la realizzazione di alloggi eco-sostenibili e volti a mitigare i cambiamenti climatici, ma soprattutto nella riqualificazione socio-economica degli insediamenti, finalmente dotati di attrezzature, servizi, verde in grado di migliorare la qualità della vita degli abitanti. Sono programmi complessi che richiedono il massimo coinvolgimento dei cittadini anche per la gestione futura di residenze e aree comuni. In questa ottica ieri una delegazione di Legambiente insieme agli studenti e studentesse dell’istituto Marie Curie, hanno fatto visita al cantiere di “Nuovo Eco-quartiere a Ponticelli” progetto realizzato con i fondi complementari del PNRR dove hanno incontrato il responsabile dei lavori e rappresentanti del Comune di Napoli, per visionare lo stato dei lavori ma soprattutto un occasione concreta per i ragazzi di come sta cambiando il loro quartiere.
Legambiente Campania continuerà la sua attività di monitoraggio con la verifica delle realizzazioni concrete dei progetti, auspicando che gli interventi in comparti residenziali complessi, quali i tre presentati nel dossier, diventino “pilota” per il futuro della rigenerazione urbana in Campania. A fronte delle criticità e opportunità evidenziate Legambiente Campania ha stilato delle proposte con i 10 obiettivi della rigenerazione urbana, un contributo per attuare nella nostra Regione la rigenerazione urbana grazie a una politica pubblica che, attraverso la partecipazione degli abitanti, possa garantire la ricrescita socio-economica degli insediamenti in uno con il miglioramento della qualità ambientale e il contrasto ai cambiamenti climatici.