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Eccellenze Svizzere e Italiane a confronto per cogliere le opportunità del progetto della Nuova Via della Seta

DiCatello Scotto Pagliara

Mag 31, 2018

Hong Kong super connettore per investitori, intermediari e project-owner interessati alle opportunità di BRI

Si è tenuto lunedì 28 maggio all’Hotel Splendide Royal di Lugano il Convegno “Opportunità per la Svizzera nell’ambito della nuova Via della Seta – il ruolo di Hong Kong”, organizzato da Easternational, Associazione Italia Hong Kong e Hong Kong Trade Development Center con la collaborazione di Finlantern e Ship2Shore e con diversi patrocini, fra cui quello del The International Propeller Club Port of Milan.

Il Convegno ha visto gli interventi di relatori di standing internazionale che si sono confrontati sulle dinamiche di quella che oggi è la più grande opportunità di business a livello mondiale, nota anche come BRI (Belt&Road Initiative).

I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali del Sindaco di Lugano, Marco Borradori, del Console Italiano a Lugano, il Ministro Marcello Fondi, di Marina Bottinelli, Head of Business Relations della Camera di Commercio in Svizzera e di Giampaolo Botta, Direttore di Spediporto, che ha ricordato il Patto di collaborazione sottoscritto dalle città di Genova e Lugano e i due gemellaggi avviati dall’Associazione con gli spedizionieri Svizzeri e di Hong Kong.

Successivamente hanno preso la parola i primi speakers, moderati da Alfonso Tuor del Giornale del Popolo.

Riccardo Fuochi, Vice Presidente di Easternational e Presidente dell’Associazione Italia-Hong Kong, ha chiarito come la Nuova Via della Seta sia un proseguimento della politica cinese del Go West, un’iniziativa (e non un piano) che presuppone il coinvolgimento di altri Paesi -anche in fase decisionale- su progetti specifici. BRI vede, ad oggi, la partecipazione di 65 Paesi che rappresentano il 70% delle risorse energetiche mondiali, il 63% della popolazione mondiale, 23mila miliardi di dollari di PIL e il 34% del commercio mondiale. Fuochi ha poi spiegato che, oltre alla realizzazione di numerose infrastrutture e iniziative logistiche, la nuova Silk Road vedrà iniziative di sviluppo in diversi settori fra cui agricoltura, energia, manifattura, turismo e altri che porteranno all’apertura di nuovi mercati e nuova ricchezza per tutti i Paesi e le aziende che ne sapranno cogliere le opportunità. Nello specifico dei rapporti fra Svizzera e Cina, il Vice Presidente di Easternational ha menzionato il Memorandum fra la Banca Nazionale Svizzera e la Banca Nazionale Cinese del luglio 2013 per l’internazionalizzazione dello Youan e i 10 fra protocolli, accordi e convenzioni firmati nel gennaio del 2017, in occasione del Forum di Davos al quale ha partecipato il Presidente Cinese Xi Jinping. Fuochi ha poi sottolineato come l’export svizzero in Cina sia passato dagli 8,8 miliardi di franchi del 2013 agli oltre 25,5 miliardi di franchi del 2016, cifre queste destinate a crescere esponenzialmente con gli sviluppi di BRI e ha messo in luce la grande opportunità di crescita per le istituzioni finanziare, per le società di trading di materie prime svizzere e per il sistema doganale elvetico che potrà cogliere l’occasione per svilupparsi e modernizzarsi.

William Chui, Regional Director HKTDC, dopo aver ricordato che la Svizzera è membro dell’Asian Infrastructure Investment Bank – AIIB (uno dei due maggiori finanziatori dei progetti BRI assieme alla New Development Bank) dal 2015, ha rimarcato come, all’interno dello scenario della Nuova Via della Seta, Hong Kong rivesta un ruolo di primaria importanza per la comunità di business svizzera (investitori, intermediari e project-owner), grazie alla presenza di team multidisciplinari di advisor finanziari, legali e consulenti di diversi settori che possono fornire un elevato livello di servizi alle aziende elvetiche per tutti i progetti di loro interesse. Chui ha poi specificato come il 62% del flusso di investimenti cinesi esteri passi da Hong Kong e come gli investimenti cinesi in Svizzera siano cresciuti da 9 milioni di dollari nel 2007 a 576 miliardi di dollari nel 2016. Il Manager ha poi presentato il portale di Hong Kong dedicato ad Obor: www.belt&road.hk, vero e proprio facilitatore e strumento di market intelligence e invitato le aziende elvetiche al Belt&Road Summit del prossimo 28 giugno 2018, evento che offre l’opportunità di avviare e sviluppare relazioni di business con i decisori dei Paesi e delle aziende coinvolti nel progetto.

Jinny Yan, Chief China Economist, China Markets Strategy ICBC Standard Bank, ha mandato alla platea un messaggio semplice ma di grande importanza, spiegando come BRI non sia solo un’iniziativa cinese ma un progetto globale win-win per tutti coloro che vi partecipano e che procede a grande velocità. Yan ha sostenuto che la Svizzera potrà giocare un ruolo strategico non solo nel settore dei servizi finanziari ma anche in quei progetti industriali e infrastrutturali che necessitano di integrazione con le componenti ambientali e di sostenibilità, grazie alla grande expertise che il Paese elvetico ha in questo settore.

Tian Lu, General Manager di Chaingjiu Logistics, provider cinese leader nella logistica dell’automotive e operatore di due linee ferroviarie che collegano la Cina all’Europa (e vicevera): la Southern Route (che comprende il collegamento Mortara/Milano – Chengdu inaugurato lo scorso 28 novembre) e la Northern Route (che tocca la Svizzera), ha posto l’accento su due sfide principali per la ferrovia: migliorare le infrastrutture in Polonia, snodo cruciale per i treni che percorrono le due linee -attualmente molto congestionate- e normalizzare il traffico, oggi troppo sbilanciato sulla tratta Europa-Cina, per poter abbassare i costi e renderli competitivi.

Successivamente si è tenuta la tavola rotonda, moderata da Angelo Scorza, direttore di Ship2Shore, con interventi di esponenti aziendali, consulenti ed accademici e che ha consentito di fare il punto, non solo economico, ma anche geopolitico su BRI.

Sono intervenuti:

Marco Bonaglia dell’Università Cattolica di Milano, che ha analizzato nel dettaglio lo sviluppo della Pearl River Delta Economic Zone.

Stefano De Paoli, Responsabile per l’Italia e il Ticino di Invest Hong Kong, che ha dichiarato come Hong Kong sia di fatto il “Super-connettore” per gli investimenti in BRI e sia l’unico Paese ad avere un ufficio dedicato a sviluppare i rapporti con i Paesi e le aziende che intendono partecipare al progetto. De Paoli, dopo aver ribadito la necessità di essere presenti fisicamente ad Hong Kong per sviluppare i rapporti con gli interlocutori chiave e coinvolgere le aziende cinesi, ha evidenziato la posizione strategica dell’ex colonia britannica (4 ore di aereo dai mercati asiatici e 5 ore di aereo da metà della popolazione mondiale), i vantaggi del sistema giuridico di Common Law in vigore, la bassa tassazione esistente e ha ricordato alla platea svizzera come siano già 500 le aziende italiane operative ad Hong Kong e come alcune di esse abbiano anche portato a termine operazioni di acquisizioni di società locali.

Antonio Selvatici, Professore di Economic Intelligence all’Università Torvergata di Roma, ha messo in luce uno dei principali vantaggi della Cina e cioè una Governance solida che consente di prendere decisioni strategiche in fretta.

Bruno Musso, Presidente del Gruppo Grendi, che ha sostenuto come per permettere a Genova di servire la Svizzera, la Pianura Padana e la Germania del Sud sia necessario realizzare il progetto BRUCO affinché lo scalo cittadino possa servire le navi da 20mila teu e gestire annualmente 10milioni di teu.

Marco Tettamanti del Linktobeijing Consulting Partnership, ha sottolineato come la Svizzera può trarre vantaggi nell’investire in BRI grazie a una diplomazia veloce, società di engineering qualificate e istituzioni finanziarie che si muovono con uno schema di gioco integrato e consolidato.

Peter Weber, Director Corporate Development di Hupac SA, ha ribadito come il Progetto della Via della Seta non deve essere solo Cinese ma globale.

Stefano de Vecchi Bellini, Vice Presidente di Gamos Group, ha spiegato che, per gli operatori di distribuzione, lo sviluppo delle infrastrutture in Cina -in particolare le ferrovie – sono fondamentali per poter abbassare il costo della logistica, oggi ancora troppo alto e quindi un limite per una maggiore penetrazione dei prodotti Made in Italy.

Le conclusioni dell’evento sono state affidate a Marco Marazzi, Presidente di Easternational (Think-Thank di riferimento italiano sul progetto BRI), che si è detto felice di aver organizzato quest’evento in Svizzera, Paese che gode in Cina di una ottima reputazione: “Abbiamo messo a fattor comune testimonianze eccellenti e fornito un contributo pratico sullo stato dell’arte del progetto BRI e le diverse opportunità per le aziende Svizzere. Per quanto riguarda l’Italia, vorrei porre l’accento sulla necessità che i progetti italiani infrastrutturali, come Terzo Valico e Tav, non subiscano rallentamenti per non danneggiare l’immagine del nostro Paese in Cina: l’integrazione Euro-Asiatica è inevitabile e l’Italia può giocare, in questo scenario, un ruolo strategico. Auspico anche che ai tavoli di confronto con la Cina possa sentirsi la voce dell’Unione Europea per poter negoziare con il Gigante Asiatico con un adeguato potere contrattuale”.