Semplificazione normativa, trasparenza delle procedure e utilizzo delle migliori tecnologie per le operazioni di dragaggio nei porti commerciali e turistici d’Italia. Sono gli obiettivi della nuova normativa sui dragaggi presentata a Roma al convegno “Escavi e gestione dei sedimenti: da problema a opportunità”. Con la pubblicazione degli ultimi provvedimenti in Gazzetta Ufficiale, le nuove regole sono entrate definitivamente in vigore, fornendo uno strumento per superare le difficoltà tecniche e operative riscontrate, negli ultimi anni, nella realizzazione delle opere di dragaggio nelle varie tipologie dei porti italiani e nella gestione e riutilizzo del materiale dragato. In particolare si tratta di due regolamenti, il primo nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei 39 Siti di interesse Nazionale (SIN), il secondo che disciplina la procedura per l’approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori delle aree SIN, a cui si aggiunge una modifica normativa che prevede che la tutela delle acque e del suolo avvenga attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, analizzando il materiale da trattare caso per caso e nell’ottica della massima sostenibilità ambientale. “Questa riforma, in linea con il primo capitolo della recente riforma portuale – ha dichiarato il sottosegretario Silvia Velo – consentirà la manutenzione e l’adeguamento dei fondali dei nostri porti secondo criteri di trasparenza e di tutela ambientale, con l’obiettivo di rendere le nostre infrastrutture portuali sempre più competitive, anche in termini turistici, rispetto allo sviluppo dei traffici internazionali”. Soddisfazione per la nuova legislazione sui dragaggi arriva anche da Assomarinas e Ucina. “Il prolungamento del periodo di validità delle autorizzazioni per movimentare i fondali che ciclicamente con le mareggiate ostruiscono le imboccature dei porti turistici è uno dei punti qualificanti della riforma portata a buon fine dall’On. Velo che accoglie pienamente le richieste avanzate da Ucina Confindustria Nautica”, ha spiegato il Presidente di Ucina Demaria. Tra le novità della riforma rientrano le metodologie dell’immersione a mare dei sedimenti e della razionalizzazione dei sedimenti nei porti. “Misure necessarie non solo per i porti turistici stremati ormai da sei anni di crisi, ma anche per il ripascimento delle nostre coste”. L’assottigliamento dei fondali, infatti, stava seriamente compromettendo la sopravvivenza stessa dei porti. “Siamo soddisfatti di questo importante risultato – sottolinea una nota di Assomarinas – perché il turismo costiero italiano attendeva da anni un regolamento a livello nazionale che coordinasse il lavoro delle Regioni attraverso una procedura operativa chiaramente predefinita che spetterà ora alle Regioni applicare nel modo più sostenibile.