Nell’ambito di una mirata e complessa operazione finalizzata al contrasto dell’eco-criminalità ed a tutela e recupero dell’equilibrio ambientale del litorale del “Miglio d’Oro” vesuviano condotta in stretto coordinamento investigativo con la competente Procura delle Repubblica di Napoli, gli uomini della Capitaneria di Porto di Torre del Greco, con la collaborazione del Comando di polizia Locale di Ercolano e la partecipazione di un team specializzato dell’ARPA Campania, nonché di tecnici della GORI Campania, ed ASL Napoli 3 hanno proceduto al sequestro di un insediamento produttivo destinato alla lavorazione e tinteggiatura di pellicce e indumenti di vario genere sito in prossimità dell’alveo cittadino dei ex via Quattro Orologi del Comune di Ercolano, in quanto in difformità di qualsivoglia tipologia di autorizzazione ambientale e responsabile di scarichi industriali(solventi chimici, vernici colorate altamente tossiche ed altri residui di lavorazione) provenienti dalla suddetta attività nella prospiciente fognatura pubblica con conseguente sversamento nelle acque di mare antistanti la scogliera di Località la Favorita.
Complessa ed articolata l’attività investigativa, la quale muovendo da specifiche segnalazioni circa la presenza di sostanze coloranti lungo la scogliera antistante Villa Favorita e sulla scorta di coordinate collaborazioni con le locali associazioni ambientaliste dalle quali sono state assunte informazioni di dettaglio circa la frequenza degli sversamenti nonché la fascia oraria di osservazione del fenomeno, ha visto gli uomini della Capitaneria impegnati giornalmente lungo la fascia costiera al fine di assicurare alla giustizia i responsabili di tale atto criminoso in spregio a qualsivoglia principio di difesa ambientale ed incolumità della salute pubblica.
Le attività di indagine, per la sua complessità, in quanto trattasi di scarichi recapitanti nel tratto tombato della pubblica fognatura, ha necessitato di un continuo monitoraggio terra mare prevedendo nei mesi scorsi anche un sorvolo aereo ad opera del Reparto Volo del Corpo delle Capitanerie di Porto che ha portato, attraverso la individuazione di anomalie termiche, alla localizzazione e circoscrizione del tratto di costa in questione.
Avendo circoscritto l’area di interesse e ricevuta segnalazione ad opera di un battello ARPA Campania all’uopo in zona per le analisi del caso, la Task Force ha in primis accertato lo scarico e successivamente ha rapidamente risalito il tratto fognario per la localizzazione dell’impianto produttivo operando materialmente, a causa del forte carico antropico della zona e relativi insediamenti urbani, una ispezione visiva a tutti i tombini di Via Generale Niglio.
Arrivati all’altezza del civico 29, la task force, si è imbattuto nel richiamato Opificio dedito all’attività di tinteggiatura di capi di vestiario (Pellicce) a mezzo impiego di coloranti e sostanze chimiche utilizzati per i relativi trattamenti a secco. Il Locale costituito da un seminterrato di circa 150 m2 ed in attività lavorativa, è stato trovato sprovvisto di qualsivoglia autorizzazione sia in materia ambientale che edilizia-urbanistica nonché in materia di igiene pubblica e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Accertato lo scarico di reflui industriali (coloranti, cloro, ammoniaca ,etc) attraverso un sistema occultato di pompe sommerse e collettamento recapitante direttamente nel corpo idrico ricettore, il team ispettivo costituito da Capitaneria e Polizia Locale con l’ausilio di Tecnici specializzati dell’ARPA Campania e GORI ha provveduto a campionare sia le sostanze recapitanti direttamente a mare che i reflui posti a valle del sistema di raccolta dell’opificio ispezionato.
Le scarse condizioni igieniche e le palesi assenze di dispositivi volti a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro (sistemi antincendio, locali igienici idonei, DPI, etc), nonché la presenza di ben cinque operai all’uopo identificati di cui uno di nazionalità Ucraina, ha necessitato l’intervento dell’unità operativa del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli Napoli 3 Sud, il quale intervenuto sul posto ha accertato l’assenza di qualsivoglia specifica misura volta a garantire la gestione dei rischi sul Luogo di Lavoro (DVR, Nomine Medico Competente, Contratti di Lavoro, etc) in spregio a quanto specificatamente previsto dai dettami di cui al D.lgs 81/2008.
I titolari di siffatta vera e propria “Bomba ecologica” sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria e sanzionati per omesso trattamento depurativo e scarico dei reflui di natura industriale prodotto dal ciclo della lavorazione afferente le attività di tinteggiatura di pellicce che venivano recapitate direttamente in rete fognaria e da qui nel corpo idrico ricettore.
Gli stessi, oltre ad non ottemperare a quanto previsto dal testo unico dell’ambiente relativamente alla normativa in tema di scarichi fognari, si sono resi responsabili anche della cattiva gestione del ciclo dei rifiuti segnatamente gli scarti di produzione. Inoltre i titolari sono stati deferiti per tutto quanto concerne la materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per aver inottemperato alle disposizioni di cui al D.Lgs. 81/2008.