Protesta contro Porto Fiorito: “Devono rispettare i patti”
Meno di cinque mesi fa il sindaco De Magistris salutava entusiasticamente la partenza ufficiale dei lavori per il porto turistico di Porto Fiorito a San Giovanni a Teduccio. “Fino a poco fa – affermava – da Napoli si scappava, adesso, invece, assistiamo a una immigrazione di imprenditori che vogliono venire qui per investire perché hanno interesse a farlo”.
Oggi, una tenda rossa piantata all’ingresso dell’edificio dell’Autorità portuale di Napoli testimonia il lato oscuro del sogno da 850 posti barca nato nel 2006 per permettere ai napoletani di “riappropriarsi del loro rapporto con il mare”. “Sei anni di quello che doveva essere un purgatorio che ci hanno portato all’inferno che viviamo oggi”.
A parlare è uno dei tre ex dipendenti dei Cantieri Navali Partenope che hanno piantato da ieri una tenda a Piazzale Pisacane. Hanno passato la notte all’addiaccio, dopo aver occupato la sala riunione dell’ente portuale per alcune ore, riprendendo la protesta cominciata lo scorso 12 marzo. “Vogliamo attenzione – spiega Davide M., elettricista – per la situazione in cui si trovano gli ultimi 7 dipendenti dei cantieri Partenope. La società Porto Fiorito deve mantenere gli impegni e assumerci tutti”.
La storia è presto detta. Con la partenza del progetto da 120 milioni per il porto turistico di Vigliena a San Giovanni a Teduccio (i primi 300 posti barca, si dice, saranno consegnati nel 2013), la società Porto Fiorito si impegna ad assumere gradualmente i 22 operai dei Cantieri Navali Partenope, struttura la cui concessione ricadeva nell’area del futuro scalo. Poi i ritardi e le lungaggini burocratiche legate a una difficile situazione di bonifica dei luoghi fa saltare ogni scadenza complicando la situazione. “Ad oggi – prosegue Davide – delle rimanenti 15 unità lavorative, tenendo conto di prepensionamenti e di chi nel frattempo ha trovato un altro lavoro, sono stati assunti, lo scorso 10 febbraio, solo 8 dipendenti”.
Per gli altri 7 si è spalancato invece l’abisso, poichè, a partire da marzo, sono finiti tutti gli ammortizzatori sociali e da parte istituzionale non sembrano giungere segnali. “Quattro mesi fa – protesta Gennaro M., magazziniere – abbiamo incontrato il vice sindaco Sodano ma non abbiamo ottenuto risposte concrete. Siamo alla disperazione. Prima avevamo un buon lavoro e l’idea del porto sembrava quasi una promozione. Ci siamo ritrovati truffati”.
Da qui la scelta di protestare anche in modo eclatante. “Solo con l’occupazione dell’Ap – dice Davide D., guardiano – siamo riusciti ad ottenere un impegno formale dal capo gabinetto del Comune, Attilio Auricchio. Ma le riunioni successive sono sempre state rinviate per un motivo o un altro. E allora noi ci piantiamo qui, non ci muoviamo”.
Oggi pomeriggio, intanto, è prevista una riunione tra Comune, Ap e Società Porto Fiorito.