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Faraglioni Capri danneggiati da raccolta ‘datteri’, 19 misure

Diredazione City

Mar 23, 2021

Legambiente: “ Siamo davanti ad una vera e propria emergenza ambientale, pirati che senza scrupoli distruggono le coste più belle dei nostri mari.

Appello ai consumatori: ordinare al ristorante un piatto di linguine ai datteri o comprarne in pescheria è illegale “

Napoli, 23 marzo 2020 – “Un plauso alla Procura e forze dell’ordine, siamo davanti ad una vera e propria emergenza ambientale ed ad una vera e propria “industria” dell’illegale con un elevato giro d’affari che genera un danno incalcolabile all’ecosistema marino, pirati che senza scrupoli distruggono le coste più belle dei nostri mari. Oltre alla dura repressione del reato, l’unico strumento per far fronte a questa situazione è quello della sensibilizzazione e dell’informazione e azioni più efficaci che potrebbero essere rafforzate come l’istituzione di un’area marina protetta come chiediamo da tempo. Un appello ai consumatori: ordinare al ristorante un piatto di linguine ai datteri o comprarne in pescheria è illegale e si rende complice di un grave reato ambientale. Solo se si elimina la domanda si mette un freno a questo assurdo commercio.” In un nota Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania e Nabil Pulita, di Legambiente Isola di Capri commentano l’operazione della Procura di Napoli e della GdF che ha notificato 19 misure cautelari con l’accusa di devastazione ambientale attuata per scavare dalle rocce del Porto di Napoli e anche dei Faraglioni di Capri per prelevare dalle rocce i “datteri di mare”,

Le stime di Legambiente denunciano una situazione di grave rischio. Ogni volta che ordiniamo un bel piatto di linguine ai datteri, causiamo la distruzione di 16 individui, equivalenti a un quadrato di fondale di 33 centimetri di lato. Un dattero raggiunge 5cm di lunghezza dopo circa 20 anni: una crescita così lenta costringe i datterai a cambiare luogo di raccolta continuamente, distruggendo ettari di fondale, riducendo nel contempo la possibilità di produzione di nuove larve. Ogni anno l’azione di pesca di un datteraio può desertificare fino a 2.400 metri quadri di fondale, oltre 7 ettari quella di 30 datterai. In pratica, una fascia di costa di 5 km, per una profondità di 15 metri, ridotta a deserto.