Filippo Gallo: “In una situazione critica segnali di novità”
Ventidue associazioni federate sul territorio per oltre 600 agenzie marittime rappresentate. Sono i numeri di Federagenti, giunta oggi, alla Stazione Marittima di Napoli, a celebrare la sua 63° assemblea generale.
Un appuntamento che conferma la rilevanza del capoluogo partenopeo nell’ambito delle attività marittime e che, grazie alla relazione del Presidente Filippo Gallo, ha permesso un’ampia panoramica sullo stato del mercato, delle infrastrutture, della professione dell’agente marittimo.
Il trasporto container – ha rilevato Gallo – è stato caratterizzato l’anno scorso da un autentico crollo delle tariffe: “Le prime 20 compagnie di linea (l’85% del mercato) hanno perso 6,5 miliardi di dollari, a fronte dell’utile di più di 13 miliardi di dollari realizzato nel 2010. Per ogni teu trasportato, la perdita media è stata di 102 dollari, contro l’utile di 149 dollari per teu del 2010 e la perdita di 195 dollari per teu del 2009”.
Un trend cui fa da contraltare una nuova corsa agli ordini di nuove navi.
Sulla base del portafoglio ordini dei cantieri, quest’anno saranno consegnate nuove costruzioni per 1,45 milioni di teu, con un incremento di capacità del 9%. “Probabilmente – ha spiegato il presidente di Federagenti – ancora eccessivo, considerato che le più ottimistiche previsioni di crescita del trade globale si attestano al 7,8”.
In una situazione così complessa, caratterizzata, tra l’altro, dal calo delle rate dei noli e dalla razionalizzazione e accorpamento di molti servizi (tra Asia ed Europa si è registrata una riduzione della capacità tra l’8 e il 105), “il mercato italiano ha registrato alcune importanti novità”.
Tra queste “la capacità di realizzazione in tempi brevi di un’opera essenziale come il dragaggio dei fondali nel porto di Genova”. Da gennaio – ha ricordato Gallo – il terminal Sech è scalato da da portacontainer da 8-9mila teu mentre al Vte vengono caricate e scaricate portacontainer da oltre 13.000 teu; allo stesso modo, il Molo VII di Trieste è già scalato regolarmente da navi con capacità di oltre 7.000 teu e, dal 2013, potranno arrivare navi anche più grandi. A Napoli, sia pure in attesa dei dragaggi, il porto è scalato da navi da 5.000 teu.
“E’ quindi auspicabile – ha affermato – che le opere portuali di adeguamento alle esigenze delle navi di nuova generazione vengano realizzate in tutti gli scali maggiori. Purtroppo la riforma della legge portuale è ancora ferma in Parlamento e noi riteniamo opportuno che almeno nella parte dei dragaggi sia stralciata e fatta oggetto di un Decreto ad hoc da approvare prima delle ferie estive”.
Nella relazione sono state affrontate anche le questioni degli adeguamenti infrastrutturali, delle rigidità burocratiche (“la norma sullo Sportello Unico non è ancora operativo”), della programmazione del territorio, del ruolo delle Ap.
“L’inadeguatezza del sistema ferroviario – ha denunciato Gallo – ha ridotto negli ultimi anni la percentuale di merci avviate dai porti su ferrovia ad una media nazionale del 10%, contro il 16% della Francia e il 21% della Germania. Con il risultato che su 3,3 milioni di pezzi movimentati in import o in export in Italia, circa 700 mila teu gravitano sui porti del Nord Europa anziché sui nostri. Questo perché negli ultimi dieci anni i vari Governi che si sono succeduti hanno stanziato più di 5 miliardi di euro a favore dell’autotrasporto e quest’anno sono stati confermati 400 milioni oltre ai 170 milioni per gli sconti sui pedaggi autostradali”.