L’Italia lancia la sfida mediterranea per riconquistare il mercato più ricco della nautica
Saranno 6044 fra solo 5 anni contro i 5164 attuali, sempre più grandi (il 65% dei nuovi ordini ai cantieri riguarda imbarcazioni sopra i 30-40 metri) e per oltre il 70% questa flotta stazionerà in estate in Mediterraneo e sempre in Mediterraneo (56%) cercherà un approdo sicuro per l’inverno. È questo – secondo i dati forniti i in anteprima da Federagenti in occasione del convegno sui superyacht organizzato a Trieste dalla sezione yacht della stessa Federagenti in joint con la Associazione agenti marittimi del Friuli Venezia Giulia – il “tesoro” al quale può e deve puntare l’Italia, che negli ultimi anni ha letteralmente “devastato” questo mercato, provocando una fuga massiccia delle imbarcazioni di lusso verso gli altri porti del Mediterraneo. Come? Navigando almeno su tre rotte parallele:
1)Creando un vero e proprio sistema Italia di offerta alla domanda di servizi dei mega yacht. E oggi Trieste è stata in questo senso teatro di una vera e propria svolta. Federagenti e Nautica Italiana, la neo-fondata associazione aderente a Alta Gamma che rappresenta – come ha ricordato il presidente Lamberto Tacoli – circa l’80% del fatturato dei cantieri nautici dell’Italia, hanno siglato un protocollo d’intesa che fornisce le basi per un vero e proprio cluster dei mega yacht. Cluster, aperto a tutti, forte della più importante concentrazione produttiva cantieristica del mondo (l’Italia è leader con il 38% degli ordini per la costruzione di mega yacht) e del più importante mercato operativo mondiale. Per altro Tacoli ha rimarcato come, caso unico per il nostro paese, tre aziende italiane occupino i primi tre posti nella classifica mondiale dei produttori di yacht.
2) Realizzando un immediato innalzamento negli standard dell’offerta di servizi. Giovanni Gasparini, presidente della sezione yacht di Federagenti, ha indicato in misure pratiche e immediatamente attuabili le linee guida: a) un Code of practice una guidance in più lingue che fornisca ai mega yacht che hanno intenzione di navigare in acque italiane tutte le risposte ai quesiti anche di ordine pratico, oltre che normativo relativo al loro “stare in Italia”. Si tratta di far sapere con assoluta trasparenza quali obblighi, quale incombenze, quali, passatemi il termine, usi e costumi dovranno essere presi in considerazione, sailing italian waters. b) raccogliendo il guanto di sfida di Nautica Italiana, realizzare subito il cosiddetto “Bollino oro”. Un bollino che attesti non solo la compliance fiscale delle grandi imbarcazioni (come proposto da Nautica Italiana) ponendole al riparo dalla ripetitività assurda e insopportabile dei controlli in mare aperto, ma che certifichi anche il rispetto delle grandi imbarcazioni dei criteri di trasparenza per quanto concerne la normativa, gli equipaggi, lo smaltimento dei rifiuti, l’utilizzo di materiali e di comportamenti environment friendly. c) La promozione da parte di Federagenti di un sistema informativo turistico per questo settore ad alto valore aggiunto, creando un collettore di un’offerta articolata di “prodotti turistici d’élite”, ad esempio al servizio delle città d’arte e del sistema museale italiano a favore dei proprietari e dei passeggeri dei mega yacht. Un portale che consenta di offrire a questo mercato big spender una gamma di prodotti turistici di altissimo livello, generando un vero e proprio mercato dedicato.
3) Sfruttando a fondo le risorse di cui l’Italia può disporre. E fra le risorse – ha sottolineato il presidente degli agenti marittimi del Friuli Venezia Giulia – figura il porto di Trieste, baricentrico rispetto a una delle aree più importanti del turismo nautico, quello Adriatico, ma anche forte di due elementi unici: la disponibilità di aree e approdi (nel porto vecchio) in diretta connessione con una città e l’esistenza di una rete, da un lato, di approdi turistici, dall’altro di aziende ad alta specializzazione in grado di fornire risposte alle esigenze di refitting, manutenzione e servizio dei grandi yacht.
Per altro proprio in apertura di convegno, sia la Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, sia il Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, avevano sottolineato la necessità di voltare pagina annunciando fra l’altro la riapertura di un dibattito serrato sul tema dell’utilizzo del porto vecchio di Trieste. Nel corso della tavola rotonda il tema delle reti, come chiave per il rilancio del territorio, è emerso con forza, così come sostenuto dal presidente della Camera di Commercio Antonio Paoletti e da tutti i player di settore.