Garantire la massima sicurezza durante le operazioni di trasbordo e trattare “da adulti” i cittadini, fornendo tutte le informazioni disponibili nel rispetto delle convenzioni a tutela del Tirreno e del Mediterraneo. Sulla vicenda delle armi chimiche siriane il WWF Italia chiede che siano fornite le massime garanzie sanitarie e ambientali durante le 48 ore del trasbordo a Gioia Tauro e tutte le informazioni disponibili riguardo alla neutralizzazione in mare e allo smaltimento definitivo delle 560 tonnellate di sostanze altamente tossiche, nel rispetto delle misure previste dalla Zona di protezione Ecologica del Tirreno e delle Convenzioni internazionali a tutela del Mediterraneo e del diritto alla trasparenza dei processi decisionali. L’associazione, in particolare, chiede “l’allestimento di presidi per il monitoraggio e il pronto intervento sanitario e ambientale a terra e in mare, durante la fase più delicata delle operazioni di trasbordo dei 60 container in transito nel territorio italiano che, a quanto risulta, dureranno 48 ore e che si svolgeranno nel Porto di Gioia Tauro, tra la nave danese Ark Futura e il laboratorio galleggiante Cape Ray inviato dagli Stati Uniti d’America, che provvederà al trattamento delle armi chimiche siriane attraverso un processo di idrolisi che avverrà in navigazione nelle acque internazionali e poi allo smaltimento dei residui a terra in condizioni di sicurezza”. Il WWF Italia ricorda sottolinea che “le condizioni di massima tutela sono garantite dalla Zona di Protezione Ecologica – ZPE, istituita dal Governo italiano con Decreto del Presidente della Repubblica del 27/10/2011 n. 209, nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno e che si estende sino a 300 miglia dalle coste italiane nel Mediterraneo nord-occidentale”. Mediterraneo che è sottoposto a forme particolari di tutela ambientale dall’inquinamento, grazie alla Convenzione internazionale, adottata a Barcellona nel 1976.