Pratiche scorrette nei confronti dei residenti delle isole
Penalizzazione dei residenti nelle isole dell’arcipelago campano. L’Antitrust ha condannato per uso di “pratiche commerciali scorrette” Medmar Navi Spa e Alilauro Spa al pagamento di una sanzione amministrativa pari a 70 mila euro.
I due provvedimenti sono giunti al termine di un’istruttoria nata dalle denuncie dell’Associazione Nazionale in Difesa dei Cittadini-Consumatori – Generazione Attiva, di singoli consumatori e del Comune di Lacco Ameno. Le due società erano accusate di ostacolare, anche nel periodo di maggior afflusso turistico (da aprile ad ottobre), la prenotazione e l’acquisto anticipato dei biglietti a tariffa agevolata previsti dagli accordi stipulati con la Regione Campania. In pratica, l’acquisto dei biglietti ridotti è possibile solo nell’ora precedente la partenza della corsa di interesse, presso le biglietterie, mentre sul sito internet delle compagnie sono disponibili esclusivamente ticket ordinari (con costi da tre a quattro volte superiori a quelli previsti normalmente per i residenti).
Secondo l’Agcom tale condotta risulterebbe “idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico dei consumatori residenti nelle isole del golfo di Napoli, ostacolando il pieno ed effettivo esercizio del proprio diritto ad una tariffa agevolata, prevista in loro favore dagli obblighi di servizio pubblico, che risultano in tal modo parzialmente elusi e svuotati di contenuto”. “Sulla base delle suddette modalità di acquisto – sottolinea il provvedimento – i residenti nelle isole possono essere posti nella condizione di dover rinunciare alla tariffa agevolata nel timore di non trovare, specie nel periodo di maggiore afflusso turistico, la disponibilità di posti a tariffa agevolata per la tratta di interesse, oltre la riserva minima prevista a loro favore”.
Oltre alla “condotta ostruzionistica” Alilauro Spa è stata anche condannata ad un sanzione pari a 30 mila euro per la pratica dello “scorporo” dalla tariffa del diritto di prenotazione (fino a tre euro). Un “trucco” che permette, all’inizio delle procedure di prenotazione online, di far risultare il costo inferiore a quello effettivamente pagato “dal momento che, nel corso del processo di prenotazione, si aggiunge ad esso un ulteriore elemento di costo, i “diritti di prenotazione”, ordinariamente applicato”. “Dopo aver scelto tratta e data di interesse – ricostruisce il provvedimento – si accede alla prima schermata dove si presentano al consumatore le corse disponibili per la data prescelta con l’indicazione degli orari delle corse disponibili. Dopo che il consumatore ha selezionato una di queste e proceduto a scegliere la sistemazione a lui più congeniale (poltrona, enfant, bagagli, ecc.), il sistema gli consente di “vedere i prezzi” che appaiono al netto degli oneri richiesti quali “diritti di
prenotazione”. Il prezzo finale da pagare si palesa nell’importo complessivo composto dalla tariffa selezionata incrementata del supplemento per “diritti di prenotazione”, soltanto nella Fase 5 del processo, ancora dopo avere indicato i propri dati personali (cognome/iniziale del nome). È soltanto in questo momento – conclude – che il professionista evidenzia al consumatore l’effettivo costo totale, comprensivo di tutti gli elementi da corrispondere, fino a quello stadio della prenotazione, obbligatoriamente”.