Nel periodo estivo la Guardia Costiera di Genova ha rafforzato il proprio impegno di vigilanza sul territorio con controlli mirati nel porto di Genova, sul territorio ligure e nelle Regioni limitrofe.
Nel principale sorgitore italiano, i Militari della Capitaneria di Porto hanno effettuato ispezioni finalizzate a verificare in particolare il corretto transito dei rifiuti destinati al traffico internazionale ed il rispetto delle norme in materia di viabilità portuale da parte dei numerosi automezzi commerciali e delle autovetture dirette all’imbarco sui traghetti. L’attività ha consentito di individuare quattro autotrasportatori privi di patente di guida o con licenza revocata.
Sono state irrogate numerose sanzioni per veicoli in sovraccarico ed è stato anche fermato un veicolo sottoposto a fermo amministrativo che circolava all’interno dell’area portuale. Nel corso dei controllim inoltre, sono state sequestrate ad un soggetto, successivamente deferito all’Autorità giudiziaria, 2 armi improprie che aveva provato ad occultare all’interno di un’autovettura prossima all’imbarco per una destinazione extracomunitaria.
Sono proseguiti con regolarità anche i controlli in materia di vigilanza pesca, commercio e somministrazione dei prodotti ittici, al fine di garantire ai consumatori garanzia di qualità e corrispondenza del prodotto acquistato rispetto a quanto dichiarato alla vendita.
Presso un ristorante del centro storico di Genova, il nucleo degli ispettori pesca ha individuato – e sottoposto a sequestro – un’esemplare di spigola di notevoli dimensioni, catturato da un pescatore dilettante e venduto illegalmente all’esercizio commerciale. Al ristoratore ed al pescatore è stata elevata una sanzione amministrativa ciascuno ed il sequestro del denaro guadagnato dall’illegale compravendita. Analoghi illeciti venivano accertati presso altri 3 esercizi commerciali (2 pescherie ed 1 ristorante), anch’essi sanzionati ed i prodotti sequestrati. I controlli hanno inoltre interessato numerose industrie alimentari della Lombardia e dell’Emilia Romagna alle quali sono state contestati illeciti in materia di tutela della salute pubblica per totale di circa 30.000 euro.