Greenpeace segnale forte dall’Europa, l’Italia segue subito l’esempio
Roma, Il Parlamento europeo ha appena votato a favore della ratifica del Trattato delle Nazioni Unite per la protezione degli oceani con un ampio consenso (556 voti a favore su 630). Commentando la notizia, Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, dichiara:
«L’Unione Europea è stata fondamentale durante i lunghi negoziati che hanno portato a definire un accordo storico per la protezione dei mari del pianeta e la ratifica odierna lo conferma. Il voto di oggi è un segnale importante, il primo di un’organizzazione regionale, che speriamo inneschi subito un’ondata di ratifiche anche da parte dei 27 governi che fanno parte dell’UE prima della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani in programma a Nizza nel 2025. Ci auguriamo che l’Italia proceda con una rapida ratifica per creare una rete efficace di aree marine anche nel Mediterraneo, e raggiungere l’obiettivo di proteggere almeno il 30% dei nostri mari entro il 2030».
Secondo il diritto dell’Unione Europea, infatti il Trattato deve essere ratificato a livello comunitario e, successivamente, da ogni Stato membro. A oggi, 89 Paesi hanno firmato il Trattato (compresi tutti i 27 governi dell’UE), a dimostrazione del sostegno politico globale. Tuttavia, solo quattro hanno anche ratificato il Trattato (Palau, Cile, Belize e Seychelles) e sono necessarie almeno 60 ratifiche affinché entri in vigore.
Greenpeace chiede a tutti i Paesi firmatari di accelerare la ratifica del Trattato e di stanziare fondi adeguati per la sua attuazione al fine di affrontare la crisi della perdita di biodiversità e lo sfruttamento degli oceani. L’Unione Europea ha già promesso 40 milioni di euro per sostenere la ratifica da parte dei Paesi in via di sviluppo. Altri 3,5 miliardi di euro sono stati promessi dall’UE per la protezione degli oceani in occasione della Our Ocean Conference tenutasi ad Atene nei giorni scorsi, con 1,3 milioni di euro per sostenere l’attuazione del Trattato.
Oggi meno dell’1% dei mari è adeguatamente tutelato e la comunità scientifica afferma che proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030 è fondamentale per salvaguardare la biodiversità e contribuire a mitigare gli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici.