• 23 Novembre 2024 19:10

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Il progetto LIFE Sedremed presenta a Bruxelles soluzioni innovative per gestire i sedimenti contaminati in Europa

Soluzioni biologiche innovative per il risanamento dei sedimenti marini inquinati. Continua a Bagnoli la sperimentazione del progetto LIFE SEDREMED con tecnologie all’avanguardia per intervenire sui fondali dell’ex area industriale.

Bruxelles, 16 marzo 2023 – Rappresentanti Ue e nazionali si sono incontrati a Bruxelles con scienziati ed esperti del settore per discutere le tematiche legate alla gestione dei sedimenti marini contaminati. L’articolo pubblicato oggi fornisce una panoramica dei principali punti discussi e offre raccomandazioni per ulteriori azioni.

Oltre ai partner del progetto ed agli esperti esterni, l’incontro ha visto gli interventi della dott.ssa Silvia Bartolini (Capo Unità per l’Ambiente Marino ed i Servizi Idrici presso la Commissione Europea), l’ing. Leo Mezzina (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, IT), l’ing. Edoardo Robortella Stacul (Invitalia, IT), e le Rappresentanze Permanenti presso le istituzioni europee di Italia e Finlandia.

Da un punto di vista tecnico, i partecipanti dichiarano che le soluzioni per il trattamento dei sedimenti contaminati richiedono ulteriore ricerca e sviluppo.

Gli esperti hanno evidenziato la necessità di identificare ulteriori linee di finanziamenti UE e di piattaforme dedicate allo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati Membri. Oltre a LIFE Sedremed, altri tre progetti LIFE del settore hanno illustrato i propri risultati e raccomandazioni: LIFE Sure, LIFE Narmena, LIFE Belini.

Da un punto di vista normativo, gli attuali quadri giuridici appaiono frammentati in tutta l’UE e spesso si concentrano esclusivamente sulla regolamentazione degli approcci tradizionali incluso il dragaggio, come ad esempio in Italia e in Finlandia. Gli esperti concordano sul fatto che gli attuali approcci di intervento, quali il dragaggio ed il capping dei sedimenti, siano costosi e non possano essere applicati ovunque. Pertanto, le soluzioni di biorisanamento in situ devono essere ulteriormente sviluppate e regolamentate dalla legislazione.

I partner di LIFE Sedremed hanno aperto una discussione sulla definizione di soglie di intervento a livello di UE per i sedimenti contaminati. Le soglie di intervento differirebbero dagli standard di qualità ambientale (SQA) per i sedimenti perché questi ultimi forniscono solo una diagnosi dello stato di salute ambientale, mentre la soglia di intervento indicherebbe chiaramente anche l’obbligo di bonifica. I rappresentanti nazionali hanno discusso queste proposte e sottolineato che deve essere garantito un certo grado di flessibilità per affrontare le condizioni specifiche dei siti – destinazione finale dell’area, inquinanti specifici, aspetti finanziari – che non possono essere stabilite nella legislazione europea.

A tal proposito, la dott.ssa Silvia Bartolini, Capo Unità per l’Ambiente Marino e i Servizi Idrici della Commissione Europea, ha precisato che non ci sono piani per affrontare in modo più specifico i sedimenti in future revisioni della Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino, aggiungendo che seguendo la logica della strategia “inquinamento zero”, questo non dovrebbe essere più necessario, dal momento che tutto l’inquinamento sarebbe eliminato alla fonte.

Tuttavia, ha riconosciuto che: “il contesto legale è piuttosto complesso e sarebbe importante comprendere meglio gli altri impatti ambientali degli interventi di bonifica (consumi energetici, trasporti dei rifiuti, inquinamento atmosferico, cambiamento climatico, rimobilizzazione dei contaminanti) e gli aspetti economici di tali interventi”.

Paula Perälä, Consigliere per l’ambiente presso la Rappresentanza Permanente finlandese, ha confermato il punto di vista della Commissione europea affermando che “invece di una rigida regolamentazione dell’UE, gli esperti tendono a preferire l’elaborazione di strategie governative nazionali per la gestione dei sedimenti contaminati, in modo da poter considerare i diversi ambienti operativi degli Stati Membri e scegliere le misure appropriate”.

In alcuni Stati Membri, tra cui l’Italia, la politica ha seguito le necessità della navigazione e dei porti. “La normativa italiana si è concentrata principalmente sulla gestione dei sedimenti a seguito dell’attività di dragaggio legata all’importanza per l’economia delle attività portuali” – ha confermato l’ing. Leo Mezzina, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Italiano.

In altri paesi e regioni – Svezia, Paesi Bassi e Fiandre (BE) – la legislazione ha delineato procedure specifiche chiare per la valutazione del rischio per i sedimenti e la definizione di soglie di intervento e obiettivi di bonifica.

Guardando al futuro, la definizione di SQA per i sedimenti in tutta l’UE potrebbe consentire agli Stati Membri di disporre di un punto di riferimento comune, affrontando al contempo le fonti di inquinanti e la successiva bonifica dei sedimenti ove necessario. SQA più rigorosi ed estesi, unitamente a specifiche soglie di intervento e processi di valutazione del rischio, risultano più appropriati a livello regionale o nazionale.