Sviluppare le competenze attraverso esperienze il più possibile reali
IMAT ha presentato in anteprima la sua nuova sede tecnica nell’ambito della conferenza stampa di inizio anno in cui ha tracciato il bilancio del 2024 e illustrato la sua proposta innovativa di training basato su sistemi navali reali portati a terra.
L’Academy di Castel Volturno, principale centro di formazione marittimi italiano, ha confermato l’anno scorso la strada intrapresa su lungo termine nell’investimento in nuove tecnologie e nell’internazionalizzazione, frutto dei contratti a lunga scadenza che la vedono impegnata con le principali compagnie commerciali, passeggeri e crocieristiche a livello mondiale.
Uno sforzo che si è tradotto in una crescita del numero di corsi erogati, dalle certificazioni obbligatorie STCW ai pacchetti avanzati sviluppati sulle specifiche esigenze delle società armatoriali, e dei marittimi formati.
«Abbiamo contratti in essere per oltre 4mila navi, il che significa servire circa il 7% della flotta mondiale,» ha confermato il Capitano Rosario Trapanese, Director New Development and Strategy di IMAT. «Le certificazioni riconosciute si attestano sulle 40mila, con una partecipazione che vede coinvolte più di un centinaio di nazionalità. Una crescita che, insieme ai consistenti investimenti in nuove tecnologie, si è riflessa anche sulla composizione del personale tecnico: nel nostro team di istruttori sono entrati altre venti professionisti del settore».
Il 2024 per IMAT è stato soprattutto l’anno della “transizione” verso un nuovo modo di concepire l’attività di formazione, più in linea con le esigenze di un settore che sta attraversando una rivoluzione strutturale sotto l’aspetto tecnologico, operativo e organizzativo.
«Per quanto sofisticate, le attività svolte in regime di simulazione non bastano più. La nostra idea è quella di sviluppare le competenze attraverso esperienze il più possibile reali, mettendo a disposizione dei corsisti i comandi, le apparecchiature e i sistemi tecnologici presenti e futuri che troveranno a bordo delle navi».
Da qui la realizzazione della nuova sede tecnica di IMAT, dotata di ponti di comando in scala 1:1 degli ambienti operativi. La struttura è dotata da un ponte di comando da 37 metri e 100 tonnellate di peso in una sala da 1.500 metri quadri collegato ad una centrale macchina gestita da otto operatori in contemporanea. Quest’ultima, oltre ad essere collegata con il ponte di comando, è collegata anche all’intero sistema di automazione nave, ai due motori ed i relativi impianti, costituendo un vero e proprio sistema nave per le attività di Vessel Resource Management (VRM).
Ma reali sono anche i motori: uno dual fuel da 16 megawatt, 230 tonnellate di peso, collegato ai sistemi ausiliari. Oltre una seconda sala macchine con un motore da 2,7 megawatt, con la possibilità di caricare 0,5 megawatt di batterie al litio (unica sala macchine Hybrid in Europa).
«Per la prima volta è stato messo a punto un sistema che permette l’interazione con impianti veri: attraverso interfacce software i motori e tutti gli altri dispositivi possono essere avviati nel corso delle prove pratiche».
Gli investimenti IMAT non si fermano qui. Il Centro si è dotato anche di un avanzatissimo simulatore Tug (che sarà a breve integrato nel sistema della nuova sede), 32 nuove aule per un totale di 3.000 metri quadri divisi su tre piani, oltre all’implementazione continua della piattaforma software proprietaria attraverso cui il centro eroga online parte della sua offerta formativa.
«Nel corso del 2025 sarà realizzata il primo impianto al mondo, dedicato alla formazione, di bunkeraggio LNG e l’installazione di un “damage control and flooding simulator” collegato ad un sistema di gestione delle emergenze,» conclude Trapanese. «È il primo progetto del genere che si realizza in Europa. L’obiettivo è quello di sostenere la competitività dell’industria marittima a partire da una risposta allineata, quando non in anticipo, alle trasformazioni tecnologiche di questo settore».
Fondato nel 2005 IMAT si sta imponendo a livello internazionale come uno dei centri più innovativi nel settore della formazione marittima portando il Mediterraneo a confrontarsi con le tradizionali realtà del Nord Europa. Il know how sviluppato nel corso degli anni ha ricevuto anche il riconoscimento dell’Ue, con il coinvolgimento in importanti progetti europei.
Tra gli ultimi, nel ruolo di capofila, “OVERHEAT – INNOVATIVE STRATEGIES FOR CONTAINERSHIP FIRES PREVENTION AND MANAGEMENT” che ha per obiettivo lo sviluppo di competenze e tecnologie per la prevenzione e gestione degli incendi del carico a bordo delle navi portacontainer.
«La partecipazione a queste iniziative consolida il percorso di internazionalizzazione del nostro Centro, permettendoci di scambiare buone pratiche, conoscenze e competenze con attori essenziali nella filiera dell’industria marittima,» sottolinea Erminia Della Monica, Amministratore unico di IMAT. «Il settore della formazione conferma, quando supportato da una visione improntata all’investimento in capitale umano, mezzi e tecnologie innovative, di poter giocare un ruolo di propulsione per gli sviluppi futuri di tutto il comparto marittimo».