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In edicola con Il Sole 24 Ore: Il ricatto del gas russo. Ragioni e responsabilità” di Alberto Clò

DiCatello Scotto Pagliara

Ago 29, 2022
Docente di Economia Applicata all’Università di Bologna, già Ministro dell’Industria e del Commercio con l’Estero

Dopo decenni di completa noncuranza, il tema della sicurezza energetica è tornato ad essere una priorità politica per l’Occidente. Non disponendo di risorse interne e senza perseguire una politica di diversificazione energetica, l’Italia dipende massimamente da un solo Paese, prima URSS e poi Russia. Che dalla salita al potere di Vladimir Putin mira a divenire una «superpotenza energetica» e a tenere la questione ucraina separata dalle relazioni economiche internazionali. Per comprendere l’importanza di una politica energetica lungimirante non solo in tempi di crisi, è in edicola con Il Sole 24 Ore fino a venerdì 23 settembre e in libreria dal 29 agosto il volume “Il ricatto del gas russo. Ragioni e responsabilità” di Alberto Clò, economista, già Ministro dell’Industria e del Commercio con l’Estero nonché Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica, ed ex consigliere di amministrazione di diverse società quotate, tra cui Eni, Snam, Finmeccanica, Italcementi.

Il libro ricostruisce le vicende russe in campo energetico dal punto di vista italiano, sostenendo che la massiccia dipendenza dal gas russo è riconducibile, più che a ragioni di necessità, alle nostre scellerate scelte del passato che hanno impedito di contenere tale dipendenza. Il volume, in edicola fino al 23 settembre al prezzo di €12,90, è in libreria dal 29 agosto a €16,90 e in formato e-book su tutte le piattaforme digitali a €9,90.

Noncuranza frutto anche della scarsa tradizione cul­turale su tali temi, con l’esaurirsi dell’esperienza in certi casi straordinaria degli uffici studi delle grandi impre­se energetiche, si pensi su tutte a quello dell’ENI; con la sostanziale estraneità del mondo universitario, ove si escluda la Bocconi e taluni Politecnici; la scarsa attività di ricerca scientifica, almeno sino agli anni più recenti; la strutturale pochezza degli apparati ministeriali. Ad essa hanno concorso, venendo ai tempi recenti, anche le dinamiche dei mercati e le riforme degli ultimi due decenni – si legge nell’introduzione a firma dell’autore – scopo di questo breve scritto è ripercorrere le vicende energetiche, specie connesse al metano, nel nostro Pa­ese e nel resto d’Europa nello scorso mezzo secolo per due ragioni. Primo: il dovere di condividere gli elementi di conoscenza che si ritiene di disporre sui drammati­ci eventi che stiamo vivendo. Secondo: rispondere in tal modo alla domanda iniziale: come sia stato possibile es­sersi infilati nella testa del leone russo. Con un duplice obiettivo: da un lato, coglierne le ragioni e, dall’altro, a chi debbano addebitarsene la responsabilità. Per evita­re, guardando al futuro, da un lato, di replicare le errate scelte e omissioni del passato e, dall’altro, di trarre le op­portune lezioni dalle tragiche vicende che stiamo attra­versando”.

Sono quattordici i capitoli che compongono il libro: Una dipendenza frutto delle nostre scelte; L’onda liberista; Il no a prescindere nell’indifferenza generale; L’inevitabilità della scelta metanifera; La dipendenza da Mosca: una storia che viene da lontano; La salita al potere di Vladimir Putin; La Russia come “energy superpower”; L’Ucraina: l’ossessivo obiettivo di Putin; L’Europa che si gira dall’altra parte; Il dominio tedesco; Verso l’abisso; La reazione del mondo occidentale; Come siamo messi?; Imparare la lezione: liberarci del gas russo.