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Innovazione ed efficienza delle imprese marittime: la parola ai giovani

DiGiovanni Grande

Apr 17, 2015
Convegno degli “under 40” del Propeller Club di Napoli e di Young Ship italia

L’implementazione delle singole tecnologie disponibili non basta a garantire l’innovazione e l’efficienza richiesta al cluster marittimo. Rivoluzioni tecniche, adeguamenti normativi, rinnovate sensibilità ambientali ampliano e complicano il piano decisionale rendendo sempre più importante il confronto con la sostenibilità economica dei cambiamenti. Una sfida dirimente per il futuro del settore che, a maggior ragione, coinvolge anche le nuove leve dell’imprenditoria marittima. Nasce da queste premesse il convegno, “Innovazione ed efficienza delle imprese marittime: la parola ai giovani” organizzato a Napoli dalla componente “under 40” del Propeller Club partenopeo e da Young Ship Italia. L’appuntamento, prima iniziativa in comune tra le due associazione, prosegue la serie di iniziative promosse a partire dal 2013 dal “gruppo giovani” guidato da Roberto Coccia. “Un impegno che ci vede coinvolti sempre di più nella promozione della diffusione della cultura del mare, attraverso una serie di convegni tematici che riguardano tutti i temi d’interesse del comparto”. Al centro del dibattito, moderato da Andrea Poliseno (Poliass srl) la necessità di trovare il miglior equilibrio tra gli svariati fattori che, di fronte alla possibilità concreta di usare combustibili alternativi, influenzeranno le prossime scelte armatoriali. Lorenzo Matacena, amministratore Caronte & Tourist, ha posto l’accento sulla “complessità” degli elementi da valutare. Illustrando le scelte di efficienza energetica ed economica alla base dei nuovi ordini della compagnia ha ricordato come l’ottimizzazione dei consumi sia legata strettamente anche a parametri come il disegno della chiglia, le vernici utilizzati, la disponibilità sulle banchine del cold ironing. “Il gas non è tutto. La mancanza nell’area del Mediterraneo di una filiera dedicata all’Lng però peserà moltissimo nelle decisioni dei prossimi anni; così come i ritardi della nostra legislazione: si pensi che solo recentemente è stato istituito un tavolo nazionale per l’utilizzo dell’Lng in Italia”. All’influenza delle normative ambientali è stato dedicato l’intervento di Biagio Pugliese, Capo ispettorato Rina di Napoli, che ha sottolineato come spesso l’Ue si sovrapponga all’Imo nella promulgazione di misure ambientali sempre più restrittive. Con effetti paradossali: “le tempistiche troppo strette nel tagli delle emissioni presuppongono l’uso di tecnologie che non sono ancora disponibili”. Su queste ultime e sulle alternative a disposizione degli armatori che operano in zone Seca (scrubber, Lng, metanolo) è intervenuto Alberto Portolano, Naval Architect of Energy Saving del Gruppo Grimaldi. “Ad oggi sono stati ordinati circa 300 scrubber. Un numero circa tre volte superiore alle unità di nuova concezione o convertite a Lng. Si tratta di una buona soluzione ma per fare una scelta ponderata rispetto alle altre alternative bisogna tener conto di fattori come il tempo di permanenza in area Seca, la mancanza o meno di una rete di rifornimenti, gli extra costi”.  A completare il giro, rimettendo al centro l’importanza del fattore umano nei processi produttivi, la relazione del  presidente Ormeggiatori e Barcaroli di Napoli, Mario Esposito. “Qualunque sia il livello tecnologico raggiunto, i valori umani superano tutte le altre valutazioni, nel senso che tutti i sistemi automatici e tutti i parametri che vengono analizzati attraverso le strumentazioni di bordo, possono anche essere previsti come proiezioni di impianti computerizzati: ma questa previsione è la meccanica conseguenza, il risultato, di “asettici” valori e di dati rilevati. Non bisogna mai sottovalutare che le navi sono macchine da gestire in ogni singolo momento, spesso con un equipaggio ridotto che fa un lavoro straordinario, anche se nessuno se ne accorge”.