Flessibilità e multilateralità le risposte alla crisi delle Marine militari
Gli sconvolgimenti politici nel Nord Africa e il perdurare della minaccia della pirateria sono solo alcuni dei fattori che chiamano in causa le Marine Militari nella loro funzione di forze di stabilizzazione nelle aree di crisi. Una sfida che deve fare i conti con una crisi economica perdurante e vede la miglior risposta alla contrazione delle risorse a disposizione nella flessibilità e nella collaborazione multilaterale.
Sono le condizioni strategiche, in grado di garantire un “uso libero e legittimo del mare”, su cui si è discusso a Venezia alla nona edizione del Regional Seapower Symposium, appuntamento che ha visto la partecipazione 49 tra Marine e Organizzazioni Internazionali, 24 Capi di stato maggiore presenti e, per la prima volta, la partecipazione della Marina Libica.
“È un tempo in cui dobbiamo trovare soluzioni che ci consentano di continuare a garantire un uso legittimo del mare, con meno risorse – ha sottolineato il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, chiudendo i lavori – e lavorare insieme è la risposta giusta di fronte a nuovi problemi e a nuove opportunità”.
Le questioni sul tavolo – flessibilità, adattabilità, sostenibilità, ma soprattutto cooperazione, non solo tra Marine ma anche nell’ambito inter-agenzia – sono state analizzate sotto tre aspetti, corrispondenti alle tre sessioni di lavoro in cui è stato ripartito il Simposio.
La prima sessione, moderata dal Capo della Marina statunitense, ha approfondito l’influenza delle missioni più recenti sui criteri di costruzione delle ultime navi militari, ed ha visto esporre le testimonianze delle marine di Germania, Grecia, Olanda e Regno Unito insieme a quelle del Comando Marittimo Alleato di Napoli e di Fincantieri.
La sessione successiva, moderata dal Capo della Marina portoghese, ha cercato di evidenziare le sfide e le opportunità derivanti dall’interazione tra marine e altre amministrazioni in ottica inter-agenzia, traendo spunto dalle opinioni dei rappresentanti delle marine di Belgio, Croazia, Georgia e Spagna, integrate da quelle della Guardia Costiera italiana e della Direzione Generale MARE della Commissione Europea.
L’ultima sessione, moderata dal Capo della Marina francese, ha infine esplorato i nuovi strumenti normativi e capacità informative a disposizione delle marine per contribuire alla sicurezza marittima al di là delle operazioni più puramente militari, grazie ai punti di vista delle marine di Turchia, Brasile e Marocco e quelli del Ministero degli Affari Esteri italiano, dello Staff Militare dell’Unione Europea, della Guardia Costiera USA e della International Maritime Organization.
Nel corso della giornata è stata ufficializzata l’adesione della Marina del Sud Africa al sistema internazionale di scambio dati T-RMN (Trans-Regional Maritime Network), che collega il sistema V-RMTC impiegato nel Mediterraneo e Mar Nero a quelli utilizzati da Brasile e Singapore, che coprono gran parte dell’Oceano Atlantico e di quello Indiano orientale e Pacifico occidentale. Con il Sud Africa, che si affaccia su due oceani, si aggiunge un altro importante tassello nella monitorizzazione del traffico marittimo mondiale.