Unctad pubblica la Review of Maritime Transport 2015
Crescita della flotta commerciale al tasso più basso degli ultimi 10 anni (+3,5%, 89.464 unità, 1,75 milioni di tonnellate di stazza lorda), conferma della Grecia come paese leader, ascesa di Cina, Corea e Singapore. Sono alcuni dei dati contenuti nell’ultima edizione del Review of Maritime Transport pubblicato dall’Unctad (United Nations Conference on Trade and Development).
Nonostante le difficoltà economiche del paese l’armamento ellenico, rileva il rapporto, rappresenta oltre il 16% del settore, seguito dai cluster di Giappone, Cina e Germania. Insieme, i primi cinque paesi armatori controllano più della metà della portata lorda a livello mondiale con Germania, Norvegia e Stati Uniti che assommano una quota di mercato complessivamente inferiore rispetto al 2005. “In Sud America, il più grande paese armatoriale (in termini di stazza lorda) continua ad essere il Brasile, seguito da Messico, Cile e Argentina. Il paese africano con la più grande flotta di proprietà è l’Angola, seguita da Nigeria ed Egitto”.
È la Cina, invece, il paese con il più alto livello di Liner Shipping Connectivity Index, l’indicatore messo a punto dall’agenzia per misurare l’acceso di una nazione costiera alla rete globale di trasporto marittimo. Una classifica in cui è seguita da Singapore, Hong Kong, la Repubblica di Corea, Malesia e Germania. I paesi più connessi in Africa sono Marocco, Egitto e Sud Africa mentre in America Latina, Panama (grazie alla presenza del Canale), Messico, Colombia e Brasile.
“I dati sulla distribuzione della flotta illustrano il processo di concentrazione nel trasporto marittimo di linea, che ha visto le recenti fusioni di Compañía Sudamericana de Vapores e Hapag Lloyd, e Compañía Chilena de Navegación Interoceánica e Hamburg Süd. Mentre la capacità dei player per ogni paese è triplicato tra il 2004 e il 2015, il numero medio di aziende che forniscono servizi è diminuito del 29 per cento”. Una tendenza che per l’Unctad rappresenterà una sfida per i responsabili politici affinché i vantaggi conseguiti con le economie di scala garantiscano un effettivo vantaggio per gli utenti. “All’inizio del 2015 – sottolinea la Review – le prime 10 società di navigazione di linea comprende oltre il 61 per cento della flotta container globale, e le prime venti controllano l’83% di tutta la capacità di trasporto container. Insieme, le tre più grandi aziende possiedono una quota di quasi il 35 % del totale mondiale”.
Confermato anche il rischio di eccesso di offerta a causa del fenomeno del gigantismo navale. “La dimensione media per tutte le nuove navi in ordine per le prime 15 compagnie al mondo è superiore ai 10mila teu, il doppio della dimensione media della flotta esistente per ciascuna società”. Ciò nonostante il totale delle consegne di nuove unità nel 2014 ha raggiunto poco più della metà del tonnellaggio registrato nel corso del 2011, anno di picco del più grande ciclo storico della costruzione navale. Come spiega il rapporto, “le nuove unità consegnate nel 2014 erano state ordinate in alcuni casi, già nel lontano 2008”. Inoltre, il rapporto sototlinea che, per la prima volta dopo il picco del 2011, l’età media della flotta mondiale è leggermente aumentato. La consegna di un minor numero di nuove navi, in combinazione con la ridotta attività di rottamazione, non è riuscita a compensare il naturale invecchiamento della flotta.