Nella classifica europea dell’attrattività non c’è posto per l’Italia. Il futuro? L’Europa Orientale
La retorica della “piattaforma protesa nel Mediterraneo”, sempre in agguato quando si parla di trasporti, si basa su un presupposto di fondo errato: l’idea che basti una favorevole posizione geografica – come quella dell’Italia, appunto – per attrarre i traffici internazionali. La moderna logistica, invece, è la combinazione di più ed eterogenei elementi: ingredienti di una ricetta che concorrono a rendere più o meno “attrattivo” un territorio. Ma cosa permette ad un’area di rendere più semplice, veloce e conveniente le singole operazioni di una catena che attraversa ormai tutto il globo? Prova a dare una risposta il rapporto “Europe’s most desirable logistics locations” di Pologis, tra le maggiori società di logistica immobiliare, in collaborazione con Eyefortransport. Lo studio raggruppa le risposte dei principali player del settore in quattro categorie, a loro volta articolate in 13 criteri: prossimità a network economico e accesso ai trasporti; prossimità a clienti e investitori; lavoro e governo; infrastrutture. Nasce da qui una classifica che vede esclusa l’Italia in favore di tradizionali Paesi a logistica avanzata, come Belgio e Olanda, e di new entry come Romania e Turchia.
A dominare le prime posizioni di questa lista dell’attrattività dei siti logistici del vecchio continente sono Velno, Anversa e Rotterdam. Con una supremazia dell’Europa Occidentale, nei primi dieci posti (Benelux, Germania e Francia), segnata dalle sole eccezioni di Madrid e della Romania. In un quadro dove i principali cambiamenti sono stati individuati in aumento del costo dei carburanti, disponibilità di personale qualificato e miglioramenti infrastrutturali, il rapporto cerca di delineare le tendenze dei prossimi cinque anni. E se è vero che la leadership di Velno non sarà intaccata (sebbene con una differenza minore rispetto ad oggi) spiccano i balzi in avanti previsti dalle aree dell’Europa centrale e orientale (in particolar modo Praga e Instanbul) favorite soprattutto da un minor costo della forza lavoro e da politiche favorevoli. “La riconfigurazione della catena europea di approvvigionamento e l’aumento del commercio elettronico”, secondo lo studio, favoriranno fenomeni di concentrazione: “quasi due terzi degli intervistati – sottolinea il report – si aspetta di operare in una rete europea entro il 2018”. Una tendenza che peserà sulle reti locali e regionali, tipiche dell’assetto italiano, premiando invece le località del Benelux.