Napoli, 26 giugno 2023 – Il Corriere del Mezzogiorno del 25/06/2023, pubblica un articolo, poi rilasciate da altre testate in ambito nazionale, nel quale vengono riportate alcune considerazioni sull’operato della Capitaneria di porto di Napoli per aver respinto le richieste di accosto di un noto imprenditore e protagonista del jet set internazionale.
L’insieme delle informazioni e considerazioni restituisce un quadro non reale della vicenda che stupisce anche i lettori meno attenti.
La Capitaneria non ha ricevuto alcuna richiesta di accosto ed il contesto diviene utile solo a supportare già noti intendimenti di far ormeggiare mega yacht giusto nelle vicinanze del fanale rosso dell’approdo di Mergellina, con l’effetto di oscurare per chi viene da mare la visibilità del fanale verde e creare difficoltà alle unità in uscita la cui visibilità è impedita dalla nave ormeggiata.
Un ormeggio di qualità deve essere sicuro nel rispetto delle regole, ogni diverso interesse passa in secondo ordine.
Altre valutazioni rischiano di dare voce, anche se involontariamente, a questioni non proprio di interesse generale e forse un po’ meno ai principi di legalità di cui la sicurezza, in questo caso, rappresenta un caposaldo.
E’ difficile pensare che proprietari di grandi unità siano attratti dalla precarietà dell’ormeggio e delle sue condizioni con il rischio di essere vittime di collisioni o causa involontaria di altri incidenti, non è questo che cercano i nomi importanti e certamente anche la gente comune.
La Capitaneria, se interessata, avrebbe nei limiti del possibile individuato un ormeggio anche nel porto di Napoli le cui condizioni avrebbero rispettato tutti i canoni di sicurezza, senza scorrazzare tra i meandri di rischi fuori controllo, forse nell’indifferenza di chi in queste situazioni non è portatore di un interesse pubblico.
Nessuno può pensare che la soddisfazione di chi richiede l’accosto debba per forza passare dal brivido del rischio di un ormeggio incerto e precario.
La soluzione deve passare per la realizzazione o l’adattamento di strutture di ormeggio idonee alle esigenze e su questa base bisogna creare delle sinergie tra istituzioni e privati.
La Capitaneria di porto sin d’ora, è certo, non farà mancare il proprio fattivo contributo tecnico e di idee.