Dure accuse dalle cooperative: settore in liquidazione
Un anno orribile per il settore. Così giudica la chiusura del 2011 l’Alleanza delle Cooperative Italiane della Pesca criticando l’approvazione dello schema di decreto legislativo delegato previsto dalla Legge Comunitaria 2009 e riguardante il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura. “Accanto a misure condivisibili che definiscono le diverse attività professionali e non del settore e introducono la figura del giovane imprenditore ittico – spiega una nota dell’associazione – il provvedimento contiene misure che semplicemente raddoppiano le sanzioni per chi commette una qualunque infrazione, ponendo sullo stesso piano coloro che violano volontariamente le regole con chi, utilizzando attrezzi a norma di legge, cattura pesci sotto misura anche di un centimetro”.
Giudizio negativo anche per la cosiddetta “patente a punti” voluta dall’Ue che funzionerà sullo stesso principio del sistema applicato alla patente di guida. “Il nostro settore – dichiarano i Presidenti Buonfiglio, Coccia e Ianí – ha subito tagli per 40 milioni di euro. Il Parlamento, recependo le pressanti richieste del mondo della pesca, aveva chiesto al governo un segnale di attenzione recuperando almeno un quarto delle risorse che si stavano per perdere (già destinate al settore, non nuovi stanziamenti) ma anche questo è rimasto inascoltato. Resta solo la consolazione di vedere almeno per ora scongiurato un attacco al cuore della filiera ittica: è stata fortunatamente ignorata dal governo la sconsiderata proposta di eliminare la cooperazione dal novero degli imprenditori ittici, e cancellare le attività di pescaturismo ed ittiturismo da quelle connesse ed integrabili alla prevalente attività di cattura”.
Lunga la lista dei problemi da affrontare nel 2012: il prezzo del gasolio alle stelle, le imprese in profonda crisi economica, mancanza di risorse per sostenere azioni di rilancio, una governance arretrata sul rafforzamento di un obsoleto sistema di comando e controllo.
“Tra licenze a punti e scomparsa dei contributi per demolizioni dei pescherecci, l’UE ha trovato il modo di ridurre la flotta comunitaria in maniera (per lei) assai vantaggiosa” concludono i Presidenti delle Associazioni “per il piacere degli ambientalisti da salotto, dei teorici dello sviluppo a costo zero, e dei commercianti di pesce di importazione, con buona pace di quanti considerano la pesca un serbatoio di ricchezza, cultura e tradizioni del nostro Paese, in Italia si sta per mettere in liquidazione l’intero settore. Ma noi però vorremmo ricordare il Ministro Catania non come il liquidatore di un pezzo importante dell’economia italiana ma come il protagonista principale della sua ripresa”.