• 24 Novembre 2024 00:41

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Le Autorità scrivono alla Ministra De Micheli Uniti per illustrare una condizione di oggettiva difficoltà

Roma, 24 marzo – La portualità nazionale sta attraversando una “tempesta perfetta” tra tagli lineari alle spese correnti, discendenti dalle norme varate con la legge di Stabilità dello scorso dicembre e l’emergenza COVID-19 che ha determinato il crollo dei traffici marittimi in modo improvviso e drammatico.

Questa la premessa con la quale, tutti i sedici presidenti dei porti italiani hanno condiviso una lettera che è stata inviata alla Ministra De Micheli. Con una ritrovata unità d’intenti, i presidenti dei porti in modo compatto hanno dettagliato le ragioni per cui è necessario che il Governo intervenga con provvedimenti urgenti per mitigare l’impatto che la crisi economica e produttiva conseguente alla emergenza sanitaria riverserà inevitabilmente sui porti.

In sintesi, tutti i manager dei porti italiani chiedono di garantire la sostenibilità dei loro bilanci trovando forme di ristoro per le entrate tributarie e demaniali perse, a seguito dell’emergenza che sta determinando traffici commerciali in diminuzione, servizi passeggeri notevolmente ridotti e, per le crociere, un lungo periodo di sospensione. Ugualmente evidenziano l’opportunità di cancellare la norma sui tagli lineari di spesa per non incidere sulle attività correnti anche di carattere essenziale.

La lettera riserva, inoltre, considerazioni di carattere generale sulla possibilità che i porti siano il volano capace di garantire la ripresa delle attività economiche del Paese al termine dell’emergenza in corso.  A questo fine, i presidenti dei porti ribadiscono l’opportunità di sperimentare in via temporanea il modello normativo utilizzato per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova, nominando gli stessi presidenti commissari straordinari per la realizzazione delle opere infrastrutturali già programmate e finanziate. Dovrebbe essere questo lo strumento per rendere possibile la tempestiva realizzazione di opere per oltre un miliardo di euro, con conseguente attivazione di almeno altrettanti investimenti privati.