Autostrade del mare, gigantismo navale e cooperazione al centro del dibattito
Le sempre maggiori dimensioni delle navi commerciali, la spinta alla concentrazione o al sistema di alleanze tra poche importanti compagnie di navigazione, l’eccessivo sfruttamento del traffico su gomma. Sono le questioni su cui il Forum Euro Mediterraneo in programma a Livorno discuterà cercando risposte concrete a temi come l’estensione della rete di Autostrade del Mare ai Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo e le ripercussioni del gigantismo navale sullo sviluppo e la pianificazione portuale. “Le Autostrade del mare – spiega in sede di presentazione il presidente dell’Ap labronica, Giuliano Gallanti – sono uno dei mezzi che abbiamo a disposizione per rispondere al gigantismo navale, l’Unione Europea deve decidere se rimanere rinchiusa nel proprio fortilizio, in difesa dello status quo, o se considerare, invece, le aperture da parte degli Stati Africani come una opportunità di sviluppo”. Chiedendo una strategia condivisa rispetto ai rischi di concentrazione prefigurate dalla P3 Alliance (consorzio formato da Msc, Cma-Cgm e Maersk, con 252 navi in servizio per 28 rotte) Gallanti punterà nell’info day del 15 novembre sul concetto di cooperazione. “In Europa se ne comincia a parlare: avverto un importante fermento culturale attorno alla questione della coopetition. I pensatori del libero mercato stanno oggi convergendo verso la prospettiva di una cooperazione competitiva tra i porti”. Un processo inevitabile in cui sarà coinvolto anche chi “ritiene di avere qualche beneficio diretto da questi grandi cartelli”. “Tra breve – mette in chiaro Gallanti – le compagnie di navigazione faranno ordini per navi da 22 mila teus e utilizzeranno per il feederaggio bestioni da 10mila teus. Sono numeri mica da ridere, che probabilmente taglieranno fuori tutti i porti italiani. Ha ragione i professore Sergio Bologna: qualcuno dovrà fermare, prima o poi, la rincorsa al gigantismo navale. C’è addirittura chi, a Bruxelles, suggerisce di mettere un tetto alle dimensioni delle navi”. E a Livorno? “Nel suo piccolo – conclude – Livorno si sta attrezzando per rispondere alle sfide del futuro: il progetto del collegamento ferroviario tra il nostro porto e la rete nazionale, che ha da poco ottenuto il via libera a Bruxelles; il progetto infrastrutturale della Darsena Europa, che ci permetterà di accogliere, di qui a qualche anno, le navi feeder da 10 mila Teus in su e l’estensione delle autostrade del mare ai paesi del maghreb, sono le carte che lo scalo labronico ha in mano per reagire in modo propositivo alla concorrenza dei grandi cartelli”.