• 16 Settembre 2024 21:47

Seareporter.it

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A fronte di motorizzazioni dual fuel  (gasolio e LNG) già disponibili sul mercato e ampiamente collaudate per sicurezza d’impiego ed economicità di gestione (costi a vita intera sensibilmente inferiori ad un apparato di propulsione convenzionale), le infrastrutture portuali per il rifornimento navale di LNG sono ancora da sviluppare adeguatamente in un contesto normativo nazionale ancora fluido. È quanto emerso da un primo incontro tra una delegazione di Confitarma e gli esperti della Marina Militare (reparto “Studi, progetti, mezzi, materiali”) sugli sviluppi delle tecnologie a gas naturale liquefatto nella propulsione navale e nella generazione elettrica di bordo.

Secondo la strategia energetica nazionale recentemente pubblicata dal ministero dello Sviluppo la crescente offerta di gas naturale proveniente dai paesi del Nord Africa offre l’opportunità all’Italia di divenire porta d’accesso della distribuzione di questa fonte energetica per l’Ue, riducendone la dipendenza dai gasdotti a cui è sottoposta. Un’occasione, quella offerta dal cosiddetto LNG, cui guarda da tempo anche il settore marittimo, alle prese con la volatilità dei prezzi del petrolio e le crescenti restrizioni ambientali che inducono a considerare l’impiego di combustibili alternativi per abbattere i costi crescenti.