• 22 Novembre 2024 15:42

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Mare Monstrum. In Campania record di reati ai danni delle coste

Presentato il dossier annuale di Legambiente: 2 illeciti ogni chilometro  

 

E’ in Campania che si concentra il maggior numero di reati ai danni del mare e delle coste. Lo conferma Mare Monstrum 2012, l’annuale “catalogo degli orrori” redatto da Legambiente che testimonia dello stato avanzato di degrado in cui versano litorali e acque della penisola.

Impressionanti le cifre raccolte da forze dell’ordine e dalla Capitanerie di porto nel corso del 2011: 13.149 reati, 36 al giorno, quasi 2 ogni chilometro. Il segno, verrebbe da dire, di un Paese incapace di rispecchiarsi, perché non riesce più a difenderla, nella sua bellezza.

Al vertice di questa poco onorevole classifica, come si diceva, la Campania, con il 18% del totale nazionale (5 reati compiuti ogni chilometro), in compagnia di Sicilia, Puglia e Calabria: “Le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa – sottolinea non a caso il dossier – da sole sommano oltre il 57% del totale nazionale dei reati”.

Abusivismo, scarichi illegali, mala depurazione, pesca di frodo, navigazione fuorilegge. Il ricco catalogo dei reati registra nella regine che fu Felix 2.387 infrazioni (più di 6 al giorno), 2.888 persone denunciate o arrestate e 724 sequestri.

In generale, il reato più contestato è la pesca di frodo con 4.936 infrazioni, 5.133 persone denunciate e 1.036 sequestri. A seguire c’è il malaffare legato al cemento illegale sul demanio marittimo, con 3.171 reati, 4.762 denunce e 1.298 sequestri. I reati legati all’inquinamento delle acque contestati nel 2011 sono stati 2.669, 3.449 le persone denunciate o arrestate, 1.118 i sequestri; quelli al codice della navigazione 2.373, con 2.446 denunce e 418 sequestri.

Particolare attenzione quest’anno è stata data alla questione dell’abusivismo e alle difficoltà che si frappongono alle procedure di abbattimento.

A Forio d’Ischia, ad esempio, il dossier ha rilevato un vero “caso di scuola, con oltre  600 case abusive colpite da ordine di demolizione e la strenua opposizione di sindaci e abitanti”.

“A ottobre”, ricostruisce il dossier di Legambiente, “il consiglio comunale ha respinto la manovra di bilancio da 500 mila euro che doveva servire a finanziare diverse pratiche di abbattimento programmate dalla Procura. Si è riunito ad hoc nel palazzetto di Forio per evitare disordini e ha votato a scrutinio segreto, particolare questo che anima dubbi e perplessità”. Risultato: delibera bocciata con soli due voti di scarto e apertura di un’indagine da parte della Procura.

Ma “l’inefficienza e la tolleranza degli enti locali nel controllo e nella gestione del territorio”, denunciata dallo stesso presidente del Tar Campania, Antonio Guida, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, è riscontrabile in tutte le zone di pregio della regione.  “Un lungo e interminabile mattone selvaggio” che deturpa Capri, Pozzuoli, Amalfi, Positano, Ravello, Casal Velino, Acciaroli, Castellabate. Con un totem che sembra inattaccabile: l’ecomostro dell’Alimuri a Vico Equense.

“Cinque anni fa – spiega Mare Monstrum – sembrava fosse stato trovato l’accordo per dare una svolta alla vicenda: in cambio della demolizione, in larga parte coperta da soldi pubblici, ai proprietari – che hanno avuto ragione contro il sequestro e sono tornati legittimi proprietari –  veniva concessa la possibilità di costruire altri 18 mila metri cubi di cemento su un’altra area sempre nel comune di Vico Equense”.

Oggi la situazione resta bloccata, se non peggiorata: l’area, infatti, “è diventata zona a tutela integrale e a rischio di dissesto idrogeologico”. Un posto, dunque, dove non si potrebbe più posare nemmeno un mattone.