Il nuovo scalo presentato a Palazzo Santa Lucia
Un segnale forte in un momento di difficoltà. La dimostrazione che la nautica non è un mero indicatore di reddito ma una filiera, anche industriale, lunga e in grado di creare ricchezza per il territorio.
La pensa così Agostino Gallozzi, a una manciata di giorni (giovedì prossimo il taglio del nastro) dall’inaugurazione del nuovo polo nautico di Salerno, quel Marina d’Arechi che si candida seriamente a trasformarsi in “esempio” di riferimento per il Mediterraneo.
Un investimento privato da 120 milioni, tempi record di attuazione (in due anni si è completata la consegna del primo lotto funzionale da 480 posti; altri 600 posti barca previsti per l’anno prossimo; conclusione nel 2015 con le opere di “contorno” ideate da Santiago Calatrava), il nuovo Port Village è stato presentato oggi a Palazzo Santa Lucia.
“Un altro importante passo in avanti nella realizzazione del sistema della portualità turistica della provincia di Salerno e della Campania”, per l’assessore regionale Vetrella, che ha ricordato anche l’avvio della fase di attuazione del progetto definitivo del nuovo scalo di Pastena, “sempre a Salerno, che prevede 450 posti barca e 105 milioni di investimento, anche in questo caso tutti capitali privati”.
“Marina d’Arechi – ha sottolineato il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli – è un’infrastruttura che può imprimere un’accelerazione importante allo sviluppo economico della nostra provincia e dell’intera Campania. Un’opera importante, per la quale desidero ringraziare il presidente di Marina d’Arechi Spa, Agostino Gallozzi, in quanto renderà Salerno capitale della diportistica nel Mediterraneo”.
Con una programmazione che prevede altri 3 mila posti barca a livello regionale Caldoro ha aggiunto come la portualità non significhi “solo turismo ma posti di lavoro stabili, investimenti rispetto alla domanda molto forte che abbiamo in Campania”. “Dobbiamo ricordare sempre che i porti di Napoli e Salerno sono il primo datore di lavoro della nostra regione, qui – ha concluso – c’è il grosso della nostra economia per ragioni storiche, geografiche ed economiche”.