Partirà il 15 dicembre prossimo la sperimentazione a Napoli dello “sdoganamento in mare”. Con la sigla del disciplinare di servizio tra l’Ufficio delle Dogane di Napoli 1 e la Capitaneria di porto lo scalo partenopeo si aggiunge a quella manciata di porti italiani, con in testa Genova e La Spezia, i cui operatori potranno anticipare la presentazione della dichiarazione doganale, trasmettendola prima che la nave attracchi.
La procedura del pre-cleaning si articola in una serie precisa di fasi che prevedono, schematicamente, l’invio del manifesto di carico, il monitoraggio da parte della Capitaneria di porto, il via libera della Dogana. Un percorso che, pur contemplando le previste analisi dei rischi, permette alla merce di arrivare a destinazione finale, non appena concluse le operazioni di sbarco, con un notevole risparmio di tempo. “A La Spezia – spiega il responsabile dell’Ufficio delle dogane Napoli 1, Giulio Planera – l’introduzione del sistema ha portata ad una riduzione media dei tempi da 4 gioni e mezzo a tre. Si tratta di uno strumento che facilità la movimentazione della merce presso i terminal, garantendo la competitività complessiva del sistema portuale”.
Una vera e propria rivoluzione, in termini di minori tempi e costi, resa possibile dalle stretta collaborazione della Capitaneria di porto, cui spetta il ruolo del monitoraggio della nave. “Il Corpo – sottolinea l’Ammiraglio Basile – metterà a disposizione di un settore squisitamente economico e dei relativi operatori, strumenti e procedure sinora adottate per la sicurezza in mare. La nave che richiederà il servizio, in pratica, sarà agganciata non appena entrata nelle acque del Mediterraneo per verificare che il normale tragitto che dovrebbe portarla in porto non sia interrotto da alcun tipo di evento”.
Integrato nei servizi del cosiddetto Sportello Unico Doganale il pre-cleaning – in un quadro di progressiva semplificazione delle procedure burocratiche, rappresenta anche un’occasione per qualificare in termini di maggiore efficienza una dotazione infrastrutturale di per sé deficitaria e sulla strada “lunga e costosa” dell’ammodernamento. Ne è convinto il commissario dell’Ap di Napoli, Francesco Karrer, alle prese con le difficoltà (e le patologie connesse) che un tale processo si porta dietro. “E’ l’integrazione delle funzioni che determina l’efficienza,”afferma lanciando la parola d’ordine della “disintermediazione”. “Si tratta di una procedura che va nella direzione dell’aumento dell’offerta, della trasformazione necessaria dell’infrastruttura in infostruttura”.
Un cambio di passo che presuppone anche un cambio di mentalità da parte degli operatori. Al proposito Giovanni De Mari, presidente nazionale degli spedizionieri doganali, ha annunciato a breve l’avvio di due eventi formativi.