La committenza denuncia il fermo degli autotrasportatori
Disagi notevoli e forti danni economici all’attività dell’intera comunità portuale. A tre giorni dalla protesta organizzata dagli autotrasportatori aderenti alla Fai sulla mancata applicazione dei costi minimi di sicurezza, la committenza, accusata di essere all’origine del blocco dei servizi che sta paralizzando il porto di Napoli, scende in campo chiedendo “un intervento che possa ripristinare normali condizioni per l’esercizio dell’attività presso i terminal container”.
Lo fa attraverso una lettera indirizzata da ACCSEA (Associazione Campana Corrieri Spedizionieri ed autotrasportatori), Assospena (Associazioni Spedizionieri Doganali Napoli), Assoagenti e Consiglio Compartimentale Spedizionieri Doganali di Napoli, al Prefetto e all’Autorità portuale di Napoli.
“L’atteggiamento irresponsabile degli autotrasportatori – secondo le associazioni – non trova giustificazione alcuna nel merito e neppure nel metodo della protesta. Infatti non è concepibile che una seppur legittima decisione di un autotrasportatore di interrompere i servizi nei confronti della propria committenza, al fine di tutelare i propri interessi, si traduca in un impedimento oggettivo allo svolgimento regolare di attività economiche e servizi per l’intera collettività, in assenza di proclamazione di fermo secondo i termini previsti dalla legge”.
La Fai, in particolare, è accusata di non rispettare le precedenti rassicurazioni sul “fermo selettivo” dei mezzi, impedendo di fatto l’accesso al terminal container “senza distinzioni”.
Ricordando come “la materia attenga al rapporto contrattuale tra l’autotrasportatore ed il suo committente e che la legge preveda idonei strumenti affinché il vettore veda riconosciuto ogni suo diritto” la lettera denuncia come “l’accesso al terminal container venga condizionato alla sottoscrizione di un modello contrattuale unico imposto arbitrariamente, violando così la libertà della forma contrattuale e della relativa trattativa”.
Una posizione porta a rigettare in toto il Protocollo d’intesa sottoscritto dagli autotrasportatori aderenti alla FAI: “nella sua prima e nella seconda stesura, risulta inaccettabile per la committenza, ponendosi al di fuori dalle previsioni normative e assolutamente avulso dagli atti amministrativi assunti dall’Osservatorio per l’autotrasporto e, sotto certi profili, anche lesivi delle regole della concorrenza”.
“Le nostre imprese associate – conclude il documento – avvieranno comunque le opportune azioni di rivalsa per i danni economici subiti e sostenuti in conseguenza dell’interruzione del servizio ad opera degli autotrasportatori, interruzione per la quale ribadiamo la necessità di un Suo pronto interessamento finalizzato a rimuovere ogni ostacolo al regolare svolgimento delle attività in ambito portuale”.