• 24 Novembre 2024 05:38

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Nerli: “Nelle reti Ten-T gli scali italiani sede di Autorità portuale”

Al convegno Meseuro: “L’Ue valorizzi il Mediterraneo”

 

I mutati scenari economici impongono una visione su scala globale. Una prospettiva che riguarda anche le reti Ten-T, da rimodulare in direzione dell’interscambio tra l’Europa e il resto del mondo, a cominciare dall’Estremo Oriente, i versanti africani e asiatici del Mediterraneo, i Paesi di maggior sviluppo potenziale. Senza dimenticare obiettivi importanti come il riequilibrio infrastrutturale tra le diverse regioni del continente, la redistribuzione dei traffici in aree sottoutilizzate, la “decarbonizzazione” del trasporto.

Sono i punti da cui è partito l’intervento di Francesco Nerli, presidente di Assoporti, alla conferenza “Ten-T Network and Corridors: Connecting Europe with East Countries and Mediterranean Regions”, organizzata a Bruxelles da Meseuro, Centro Studi animato dai parlamentari europei Gianni Pittella e Mario Mauro.    

Parlando a nome di un settore portuale che vede l’Italia al primo posto in Europa per importazioni e al terzo per esportazioni (2,6% del Pil totale nazionale) Nerli ha espresso perplessità per una proposta che “individua nodi e collegamenti concentrati nelle aree che sono già oggi maggiormente infrastrutturate” e “non sembra valorizzare appieno l’area del Mediterraneo”. Come nel caso di Sicilia (con l’esclusione di Palermo) e Sardegna, escluse completamente dalla rete “centrale”.

Da qui – vista anche la necessità di valorizzare il trasporto via mare – la richiesta di inserire nell’ambito delle future Ten-T i porti italiani sede di Autorità portuale: “i maggiori per volumi di traffico, dotazioni infrastrutturali, capacità di generare ricchezza”. “Nel contesto di una rete “Europea” – ha sottolineato Nerli – se adeguatamente interconnessi con le infrastrutture lineari di rete (ferrovie anzitutto) dalle caratteristiche fisiche e dagli standard di servizio elevati, i nostri porti potranno potenziare e, laddove necessario/possibile, differenziare le proprie funzioni, ampliare i propri bacini di riferimento e sviluppare le strutture di servizio, con benefici di carattere economico, ambientale e sociale per l’Italia nonché per l’Europa”.

In particolare, la futura rete “centrale” dovrebbe integrare i corridoi Tirrenico e Adriatico, “indispensabili per la gestione dei flussi di traffico merci in entrata e in uscita sulla direttrice nord-sud e per un duraturo e solido sviluppo delle Autostrade del Mare (nazionali, europee e mediterranee)”. “A sostegno di questa esigenza – ha ricordato Nerli – si è espresso anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano in risposta ad una interrogazione alla Camera dei Deputati il 10 gennaio scorso. In quell’occasione il Ministro, oltre a confermare l’assoluta necessità dell’Italia di inserire alcuni porti nel corridoio Helsinki-Valletta (Palermo e Catania) ha anche confermato che nella visione e nella proposta italiana (che chiediamo sia sostenuta con forza) tale corridoio si estende a sud-est con la diramazione che da Napoli raggiunge Bari e Taranto”.  

Una programmazione e una pianificazione, quella legata alle reti Ten-T, che ha bisogno di un più forte impegno finanziario da parte dell’Ue. “Crediamo comunque necessario – ha concluso il presidente di Assoporti – che l’Unione Europea rafforzi il suo impegno sia incrementando le risorse, sia predisponendo strumenti finanziari adeguati, ad esempio gli Euro Bond o Project Bond, che tra l’altro, sarebbero anche determinanti per rafforzare la solidità della moneta unica davanti ai mercati finanziari, e consideriamo anche giusta l’ipotesi di escludere dal “patto di stabilità” le risorse pubbliche destinate alla realizzazione dei progetti TEN-T”.