• 24 Novembre 2024 20:51

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Ap di Napoli, ribellione contro Dassatti

I dipendenti: “difenda la dignità dell’ente”

Acque agitate all’Autorità portuale di Napoli. Dipendenti sul piede di guerra e proclamazione dello stato di assemblea permanente. Dura contestazione nei confronti del Commissario Straordinario Dassatti, cui viene chiesto di difendere l’immagine dell’ente e del suo personale. A far deflagrare una tensione accumulata negli ultimi mesi alcuni articoli pubblicati su Il Mattino a cavallo di questa settimana. Al centro le difficoltà nei controlli sulle concessioni portuali e il presunto “braccio di ferro all’interno dell’Autorità portuale tra chi vorrebbe avviare una verifica della compatibilità tra concessioni e piani d’impresa ad una società di consulting di primaria rilevanza nazionale e chi, invece, vorrebbe avviare una verifica interna a cura, magari, degli stessi uffici o persone che quelle concessioni le hanno rilasciate”. Parole pesanti. Accuse circostanziate cui sommare una serie di altre considerazioni, rilasciate dal comandante Raffaele Aiello, rappresentante degli armatori in seno al Comitato portuale, e da Michele Lignola, direttore dell’Unione Industriali, sulla poca trasparenza nel rilascio delle concessioni negli anni precedenti e sulla validità stessa del lavoro preparatorio al Piano di opere triennali. Posizioni ipercritiche che scavano un solco tra Dassatti e i  dipendenti dell’Ap che, di fatto, si sentono accusati dei rallentamenti e delle inadempienze che metterebbero a repentaglio , tra l’altro, i finanziamenti del Grande Progetto. Una frattura, alimentata indubbiamente dall’anomalia di un lungo regime commissariale (circa 10 mesi), a rischio di “condizionare e indirizzare l’attività amministrativa” in un momento particolarmente delicato per il futuro dello scalo. Da qui la richiesta a Dassatti di fornire adeguate precisazioni per mettere in luce il corretto agire del personale dipendente e di smentire “immotivate e gravi affermazioni mosse a detrimento della dignità e professionalità dell’ente”. “In assenza di chiari  passi indietro da parte dell’amministrazione – minacciano i sindacati – nessuno è in grado di garantire la durata dell’agitazione stessa nè ulteriori azioni che i lavoratori potrebbero decidere di intraprendere”.

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