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Operazione “Onda blu”: la Guardia costiera intensifica il contrasto agli illeciti ambientali

Genova, 6 maggio 2021 – Nel mese di aprile appena trascorso la Guardia costiera ha condotto una intensa attività di contrasto agli illeciti ambientali su tutto il territorio nazionale, denominata operazione “Onda Blu”. I controlli hanno interessato sia i traffici in mare, sia le attività svolte a terra e nei porti.

Risultati rilevanti sono stati raggiunti anche in Liguria dove nel corso di 704 ispezioni, effettuate nei 30 giorni di operazione, sono stati posti sotto sequestro 1.600 mq di aree destinate al deposito incontrollato di rifiuti e monitorate 79 unità mercantili che navigavano in prossimità delle Aree Marine Protette presenti in Liguria.

Dal 7 aprile 2021 al 6 maggio 2021, la Guardia costiera è stata impegnata, su tutto il territorio nazionale, nell’operazione di polizia ambientale “Onda Blu”, intesa a rafforzare l’efficacia d’intervento su specifici obiettivi, considerati moltiplicatori dello sforzo di protezione ambientale che l’Autorità marittima opera con costanza sia in mare che a terra. I militari hanno, infatti, concentrato l’attenzione in quattro ambiti di tutela:

1. Contrasto degli scarichi idrici non autorizzati o non conformi alle normative vigenti, poiché una delle principali cause di inquinamento dei corsi d’acqua e dei mari. L’attività di accertamento ha considerato il regolare trattamento delle acque reflue domestiche, industriali e urbane; l’individuazione di scarichi irregolari, la verifica della funzionalità degli impianti di depurazione, nonché il controllo degli scarichi. Una attività complessa che è stata condotta sia capillarmente sul territorio, sia con il supporto di missioni di telerilevamento aereo;

2. Contrasto allo smaltimento illegale dei rifiuti che costituisce fonte di inquinamento diretto dell’ambiente e freno allo sviluppo di modalità legali e sostenibili per il trattamento dei rifiuti nell’ambito di una economia circolare. I controlli sono stati diretti alla una ricognizione dettagliata del territorio, indirizzata all’individuazione dei siti di smaltimento, abbandono, discarica, deposito, nonché alla verifica del trasporto e delle modalità di trattamento nell’ambito del ciclo dei rifiuti, per il contrasto dei relativi fenomeni di illegalità;

3. Traffico di rifiuti attraverso i porti, sia nel caso siano destinati all’esportazione illegale, sia per nei confronti delle spedizioni tra porti che hanno origine e termine all’interno del territorio nazionale. A tal fine l’attività potrà essere svolta in collaborazione con gli Uffici periferici dell’Agenzia delle Dogane, con la quale sono state avviate le preliminari interlocuzioni;

4. Monitoraggio per il contrasto delle violazioni dei limiti di navigazione posti dal decreto Clini Passera in prossimità delle Aree Marine Protette, attraverso i sistemi di controllo remoto in uso alle sale operative della Guardia costiera e con l’integrazione di controlli in mare svolti dai mezzi navali.

Nell’area di competenza della Direzione marittima di Genova sono stati contestati 10 reati ambientali e rilevati 25 illeciti amministrativi nel corso di 704 controlli sul territorio e il monitoraggio in mare di 79 unità mercantili.

Tra i risultati più rilevanti –di cui si allegano alcune immagini in fase di operazione – si segnalano:

nel porto di Genova, è stata sequestrata un’area demaniale marittima di circa 1.250 mq che è risultata occupata abusivamente da veicoli pesanti (furgoni, motrici e semirimorchi) tutti radiati dai pubblici registri e in condizioni di parziale abbandono. A seguito di accertamenti si è verificato che gli automezzi, privi delle necessarie targhe e assicurazioni per sostare in area aperta, erano destinati all’imbarco verso paesi extra comunitari in violazione delle norme per la vendita transfrontaliera e il trasporto via mare;

sull’arenile di San Michele nel comune di Rapallo (GE), è stata riscontrata la presenza di residui di amianto a seguito di un controllo congiunto con i Carabinieri Forestali e ARPA Liguria. L’origine di tale materiale è tuttora in corso di accertamento (sotto il coordinamento della Procura di Genova). A salvaguardia della salute pubblica, è stata richiesta un’ordinanza sindacale di interdizione;

nell’area portuale di Vado Ligure (SV), è stata rilevata la presenza di rifiuti abbandonati su una superficie di circa 5.000 mq all’interno di un cantiere navale. Nello specifico sono stati rinvenuti rifiuti di diversa tipologia, in stato di abbandono al suolo da lungo tempo, tra cui relitti di natanti corrosi e danneggiati, detriti di cemento armato, rottami metallici, tubazioni in materiale plastico, fusti e taniche abbandonati al suolo, macchinari da lavoro in stato di abbandono, catenarie e ancoraggi vetusti e, non ultimo, un carrello di alaggio dismesso. Nel sito soggetto è stata rilevata l’assenza di spazi per il corretto deposito temporaneo di rifiuti, né contenitori a questo scopo destinati.

a Borghetto Santo Spirito (SV), è stata riscontrata la presenza di un autolavaggio multipista self-service priva di Autorizzazione Unica Ambientale che operava attraverso uno scarico di acque reflue industriali non autorizzato;

nel porto di Imperia, è stato individuato un soggetto intento a pulire le carene di unità da diporto con una idro-pulitrice a libero getto, le cui acque di lavaggio si riversavano in mare creando una evidente chiazza biancastra;

a Riva Santo Stefano, è stato individuato un soggetto intento ad abbandonare rifiuti nelle acque del porto di Marina degli Aregai;

a San Bartolomeo al Mare (IM), è stata posta sotto sequestro un’area di demanio fluviale di oltre 400 mq utilizzata come discarica abusiva in spregio ai locali vincoli paesaggistici di preservazione delle bellezze naturali. Nell’area è stata riscontrato l’abbandono di numerose lastre di fibrocemento che costituivano una vera e propria discarica a cielo aperto. I rifiuti risultavano abbandonati su nudo terreno e, come tale, esposti agli agenti atmosferici, alle acque meteoriche e alle acque del greto del torrente Steria, senza che fosse stata adottata alcuna cautela ai fini della tutela del suolo.

La Guardia costiera proseguirà, con la consueta costanza, le attività di polizia ambientale in tutti i settori di competenza.