A Eni garanzie sulla continuità occupazionale, anche dell’indotto”
“Versalis – una Società partecipata per il 30% dallo Stato e quindi di tutti noi – ha perso 7 miliardi di euro in 15 anni, 3 negli ultimi 5. Ha annunciato un piano di trasformazione che prevede un investimento mai visto per l’azienda del Gruppo Eni, ovvero 2 miliardi di euro.
La crisi della Chimica di base è strutturale, legata al prezzo della materia prima e dell’energia, ma anche agli alti costi di produzione in impianti che marciano a basso regime, poiché la richiesta di prodotti del cracking sul mercato italiano è coperta già oggi per il 70% da fornitori americani, cinesi o mediorientali, con materie facilmente reperibili e a prezzi significativamente più bassi. Il mercato è globale. Lo sa Eni e lo sanno anche le aziende che si riforniscono di etilene e polietilene all’estero.
Perché, noi tutti, come cittadini e quindi azionisti Eni, dovremmo sostenere un’attività che copre solo una parte del mercato italiano e che a fronte di costi di produzione altissimi è costretta a vendere sottocosto? Perché far coincidere la Chimica di base con la Chimica tutta, confondendo i piani? Nel caso specifico di Versalis, le linee di etilene e polietilene sono in perdita costante e questo processo, che appare irreversibile, rischia di contagiare anche la filiera a valle. Inoltre vi è il tema non secondario della sostenibilità ambientale, con risparmi di CO2 sul perimetro Italia, legati alla riconversione, superiori a un milione di tonnellate. I bilanci di sostenibilità ambientale si fanno guardando al complesso dell’operazione di trasformazione di una realtà produttiva, dal decommissioning alla messa a regime di una bioraffineria o di una gigafactory di batterie, non a un solo segmento del processo. C’è sì un capitolo di spesa su cui potremmo senz’altro intervenire ed è quello dell’energia, che però è un tema chiave per tutta l’Industria del nostro Paese e meriterebbe azioni di sistema da parte dei Governi Italiano ed Europeo.
Il punto non può essere provare a fermare il vento con le mani, mantenendo all’infinito lo status quo, le perdite, i costi ambientali e ignorando che siamo all’interno di un sistema globale. Il punto è governare la transizione davvero, avendo certezze su tutti i singoli passaggi del piano di trasformazione, sul completamento di ciascuno dei progetti in tempi definiti e soprattutto sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, per i dipendenti di Versalis come per quelli delle società interconnesse e dell’indotto.
Per questo chiediamo garanzie a Eni sulla continuità lavorativa e sulla responsabilità sociale, che deve accompagnare tutta l’attività, dal decommissioning alla realizzazione dei nuovi impianti. Che siano la bioraffineria e il riciclo chimico delle plastiche a Priolo, la gigafactory di accumuli stazionari a supporto delle energie rinnovabili a Brindisi, il polo di ricerca e agrihub di Ragusa, chiediamo che sia chiara anche tutta la futura attività di gestione e manutenzione, quando i progetti diverranno realtà.
Al Governo chiediamo un protocollo fra ciascuna delle parti coinvolte, dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy alle istituzioni locali, perché queste si ritengano impegnate nei progetti, favorendoli con lo snellimento degli iter autorizzativi necessari.
Dobbiamo sentirci coinvolti e partecipi di un percorso che rilanci la vocazione industriale di ciascuno dei siti di Versalis in Italia, naturalmente anche di quelli per i quali Eni ha previsto un processo di efficientamento. Le transizioni, che siano ambientali, ecologiche o energetiche, vanno affrontate guardando avanti, con il coraggio di scelte anche difficili, per costruire una transizione sociale che sia sostenibile per i lavoratori di oggi e di domani. Guardiamo al futuro e stiamoci dentro”.
Questa la riflessione di Nora Garofalo, Segretaria Generale Femca Cisl Nazionale sui passaggi del piano di trasformazione annunciato da Eni per i siti produttivi di Versalis.