• 24 Novembre 2024 12:48

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Pirateria ai minimi storici

La pirateria ha registrato i livelli più bassi negli ultimi sei anni con 264 effettuati in tutto il 2013, il 40% in meno rispetto ai picchi registrati nel 2011. Più di 300 persone sono state prese in ostaggio, 21 sono state ferite con colpi di pistola o con armi da taglio, 12 navi dirottate o sequestrate, 202 abbordate, 22 hanno subìto colpi di arma da fuoco, 28 hanno riportato tentativi di attacco. L’unico morto è stato in Nigeria, dove sono state prese in ostaggio 58 persone e rapite 36, i numeri più alti dal 2008. È quanto riporta la relazione annuale sulla pirateria di IMB (International Maritime Bureau) che individua una sostanziale “migrazione” del fenomeno dalle coste al largo della Somalia (“solo” 15 attacchi, 75 nel 2012, 273 nel 2011) a quelle della Nigeria. Secondo il Piracy Reporting Centre a contribuire ai risultati positivi nell’Oceano Indiano una combinazione di fattori, “tra cui, il ruolo chiave delle marine internazionali , le misure di difesa passive a bordo delle navi, l’uso di squadre di sicurezza armate private e la stabilizzazione  del governo centrale della Somalia”. Cresce, invece, la pirateria in Africa Orientale (19% degli attacchi totali) dove i pirati nigeriani hanno allargato il raggio di azione anche alla acque di Gabon, Costa d’Avorio e Togo.  Gli altri paesi dove si riscontrano il fenomeno sono l’Indonesia, l’India e il Bangladesh. In Indonesia colpisce l’alto numero di furti, “niente di comparabile con gli incidenti al largo dell’Africa, che sono molto più seri” precisa Pottengal Mukundan, direttore dell’Imb, anche se sono in costante crescita da quattro anni a questa parte. Discorso analogo per India (14 attacchi tra tentativi di abbordaggio e furti) e Bangladesh (12).