• 19 Settembre 2024 03:37

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Pirateria, più intelligence e controllo dei flussi finanziari

Per Mantelli necessaria una strategia più offensiva

 

Per combattere efficacemente la pirateria è necessario un approccio articolato. Capace di affiancare all’azione militare iniziative di stabilizzazione e di supporto alle autorità degli Stati rivieraschi coinvolti. Un’azione sul medio-lungo termine che necessita tuttavia di uno scatto ulteriore: sostituire l’attuale strategia passiva con una più offensiva.

Ne ha parlato il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, al convegno “I nuclei di vigilanza armata nell’attività di contrasto della pirateria: profili internazionali e penalistici”. Due giorni di lavoro che ha visto protagonisti magistrati, giudici, avvocati di diritto internazionale sullo status delle navi mercantili che imbarcano nuclei militari di protezione o contractors.

Per Mantelli, di fronte alla complessità del fenomeno pirateria,  è necessaria un’azione “mirata ad un più intenso scambio di informazioni intelligence, ad una incisiva counter-intelligence che riduca le potenzialità informative e di comunicazione della controparte, ad una più determinata volontà di seguire e tracciare i flussi finanziari originati da questa criminale attività”. “Sotto questo punto di vista – ha continuato –  nelle due ultime edizioni del Simposio di Venezia abbiamo riscontrato un unanime consenso delle oltre trenta Marine partecipanti affinché si approfondiscano a livello internazionale gli aspetti legali connessi al contrasto alla pirateria, si realizzi una maggiore diffusione della cultura legata a tali problematiche, si rafforzino gli strumenti giuridici per consentire alle Marine di esercitare la loro azione di tutela del diritto alla libertà dei traffici marittimi in modo più efficace”.

Su questo punto il caso dei nostri due marinai trattenuti in India potrebbe, paradossalmente, rappresentare un punto di svolta. La sentenza dell’alta Corte di Dehli sulla giurisdizione potrebbe fissare un precedente “sull’impiego dei militari all’estero in tempo di pace, in questo caso complicata dalla figura giuridica della nave mercantile”. “Almeno il sacrificio di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone  – ha concluso Mantelli – potrebbe davvero rappresentare un punto di svolta e un prezioso valore aggiunto”.