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Portarinfuse rischia di arenarsi, interviene Stefano Galuppo pilota del porto di Taranto

DiCatello Scotto Pagliara

Mar 31, 2021

Protagonista dell’operazione, che ha evitato seri danni alla nave e all’ambiente eco-marino, il Capitano Stefano Galuppo, in servizio dal 2001

Taranto, 30 marzo 2020 – Il Capitano Stefano Galuppo, pilota del Porto di Taranto  dal 2001, è stato protagonista lo scorso 15 marzo di un tempestivo intervento a bordo della nave portarinfuse “Cape Eagle”, battente bandiera liberiana, con a bordo 77.229 tonnellate di minerale di ferro “Kumba” (di origine sudafricana), che ha evitato seri danni alla stessa e all’ambiente eco-marino.

L’operazione ha avuto inizio intorno alle ore 11.25 dopo una chiamata via radio del comandante della nave, ancorata nella rada di mar Grande,  al pilota in servizio per avvertirlo che l’ancora aveva iniziato ad arare ovvero perso la sua tenuta.

Immediatamente, il Capitano Galuppo usciva in mare  a bordo della pilotina di servizio  per raggiungere la nave in difficoltà. Nel frattempo, il comandante della “Cape Eagle”, con voce tremolante che lasciava intuire una seria preoccupazione, richiedeva nuovamente l’immediata assistenza del pilota, il quale via radio dalla pilotina, lo rassicurava di essere a pochi metri dalla nave.

Per far sì che l’operazione avesse pieno successo, il pilota contestualmente allertava due rimorchiatori affinché raggiungessero nel più breve tempo possibile la nave in difficoltà.

Alle ore 11.30 il Capitano Galuppo si imbarcava sulla “Cape Eagle” quando la stessa era ormai prossima al basso fondale e non lontana dai gavitelli degli allevamenti di mitili.

Una volta a bordo, constatato  che nonostante il propulsore fosse a marcia avanti la velocità era pari a zero, il pilota ordinava ad un primo rimorchiatore di spingere nel quadrante di poppa e, ad un secondo, posizionato a  prora, di rimorchiare la nave in avanti, utilizzando la massima potenza disponibile. Finalmente, dopo alcuni  minuti, la “Cape Eagle” cominciava a muoversi in avanti .

Grazie all’intervento tempestivo del pilota, alla sua esperienza e alla profonda conoscenza degli elementi fisici ed atmosferici della rada di Mar Grande, veniva evitato, con l’ausilio dei rimorchiatori, che  il vento traversasse la nave spingendola sul basso fondale con tutti i rischi e i pericoli derivante da una simile situazione.

Tutte le fasi dell’operazione di messa in sicurezza della “Cape Eagle”, conclusasi alle 14.18, sono state riportate passo dopo passo dal Capitano Galuppo alla Capitaneria di Porto che al termine autorizzava la nave portarinfuse a recarsi fuori dalle ostruzioni portuali.