Attiva la procedura che semplifica (e rende più veloce) lo svincolo delle merci
Con l’applicazione delle relative disposizioni, a partire dal 1 maggio 2016, il regolamento CE n.450/08 comporterà l’armonizzazione a livello europeo dei servizi di rappresentanza doganale. In parole povere, sorgerà una sorta di “mercato delle dogane” in cui l’efficienza delle prestazioni determinerà il successo o meno di un sistema; con le conseguenze tipiche delle liberalizzazioni. “La merce sbarcata a Napoli, ad esempio, potrebbe essere trattata da un operatore olandese,” ammonisce Domenico De Crescenzo, presidente del Consiglio compartimentale degli spedizionieri doganali della città partenopea.
Un paradosso che per non avverarsi richiede un drastico adeguamento. A molteplici livelli. Un “cambio di passo” in grado di agire sulla dotazione infrastrutturale, le procedure amministrative e burocratiche: l’abito mentale stesso degli operatori. “Portare avanti – sintetizza Giovanni De Mari, presidente degli spedizionieri italiani – una politica doganale finora assente”.
Essenziale, soprattutto, poter contare su strumenti capaci di influire sulle variabili che determinano l’efficienza e con essa le direttrici dei traffici: tempo e costi. Da questo punto di vista l’avvio delle procedure di pre-clearing nel porto di Napoli, che si mette in scia di quella manciata di scali in cui il servizio è già attivo, rappresenta un elemento non trascurabile. Introducendo un fattore capace di colmare quel “deficit di tempistica” che sul lato infrastrutturale sta facendo vivere al porto uno dei suoi periodi più drammatici.
Integrato nell’offerta del cosiddetto Sportello Unico Doganale, il pre-clearing o “sdoganamento in mare” si articola in una successione precisa di fasi che permettono all’operatore di anticipare la presentazione della dichiarazione doganale, trasmettendola prima dell’arrivo della nave in banchina. Schematicamente: invio del manifesto di carico, monitoraggio da parte della Capitaneria di porto, via libera della Dogana. Un percorso che non escludendo le analisi dei rischi rende possibile alla merce l’arrivo a destinazione finale, non appena concluse le operazioni di sbarco, con un notevole abbattimento dei tempi. “A La Spezia – spiega il responsabile dell’Ufficio delle dogane Napoli 1, Giulio Planera – l’introduzione del sistema ha portato ad una riduzione media da 4 gioni e mezzo a tre mentre a Genova si è passati da cinque a quattro. A Napoli interesserà circa l’80% della merce in uscita incidendo sulla competitività complessiva del sistema”.
Un’accelerazione in direzione della semplificazione resa possibile dalla stretta collaborazione della Capitaneria di porto, cui spetta il ruolo di monitorare la nave. “Il Corpo – sottolinea l’Ammiraglio Basile – metterà a disposizione di un settore squisitamente economico e dei relativi operatori, strumenti e procedure sinora adottate per la sicurezza in mare. Il segnale della nave che richiederà il servizio, in pratica, sarà agganciata non appena entrata nelle acque del Mediterraneo per verificare che il normale tragitto che dovrebbe portarla in porto non sia interrotto da alcun tipo di evento”.
Strumento che facilita la movimentazione del carico, anziché la sua permanenza sui piazzali, lo “sdoganamento in mare” presuppone anche una diversa utilizzazione delle infrastrutture. In questo rispondendo a un percorso che, afferma il commissario dell’Ap di Napoli, Francesco Karrer, “attraverso l’informatizzazione degli impianti fisici giunge all’infostruttura”. Intersecandosi con quel processo di efficientamento che a Napoli sembra trovare ostacoli insormontabili; in previsione di un orizzonte che lascia intravvedere un “mercato delle procedure di rilascio”, risponde infatti alla parola d’ordine della “disintermediazione”. “In attesa di adeguamenti strutturali e infrastrutturali per loro natura lunghi e costosi – conclude Karrer – l’efficienza sarà determinata dall’integrazione delle funzioni. Il pre-clearing aggiunge maggiore offerta, espande la dotazione già esistente”.