Si riaccende la polemica sul vertice dell’Ap di Napoli. La miccia: voci di corridoio su un possibile allungamento della fase commissariale, a partire dall’inizio di novembre, e, soprattutto, un’intervista a Repubblica di Francesco Karrer in cui l’uomo chiamato a salvare dallo scorso aprile le sorti del Grande Progetto (e con esso il futuro di uno scalo sempre più in crisi) denuncia i continui ostacoli frapposti alla sua azione da “forze esterne al porto appoggiate dalla politica”. Una presa di posizione forte che ha innescato l’immediata reazione del ministro Lupi e del presidente della Regione Caldoro che, in un comunicato congiunto, rispondono denunciando “la mancanza di un ruolo che richiederebbe l’esercizio di azioni concrete per assicurare la tempestiva esecuzione delle opere”. Ricordando come “l’immediata realizzazione di atti amministrativi, gare e lavori” rappresentino la sola condizione “per proseguire con i finanziamenti e scongiurare il disimpegno dei fondi da parte della Regione”, Lupi e Caldoro sottolineano come non siano più tollerabili ritardi e “lentezze amministrative”. “La Regione, con il Governo, ha messo in campo sul sistema della portualità campana e sul Porto di Napoli, fondi, iniziative ed azioni di programmazione mai viste prima d’ora – spiega la nota – Il miglior progetto integrato presentato in nel corso della programmazione dei fondi 2007/2013, destinato a riordinare completamente l’intera area portuale, razionalizzando e riorganizzando gli spazi destinati alle attività industriali, al traffico merci e a quello dei passeggeri, risolvendo in modo organico i problemi ambientali e quelli relativi alla viabilità interna al Porto e ai collegamenti con gli interporti e con i bacini commerciali di riferimento”. Ad innalzare il clima di tensione anche le dichiarazioni del segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella, secondo cui l’ipotesi di un ulteriore commissariamento dell’Ap testimonia “il totale fallimento della politica dei livelli istituzionali preposti alla nomina del presidente”. “Ci sono da affrontare – afferma Tavella – questioni importanti, dal riordino delle concessioni, alla revisione del piano regolatore, alla risistemazione del molo Beverello. Il porto di Napoli ha bisogno di una guida riconosciuta e non continuare a rappresentare un ulteriore tassello della Campania commissariata. Una regione – conclude – che moltiplica la pratica dei commissariamenti e che trasforma tutto in una condizione straordinaria, come dimostrano anche le vicende della sanità, dei trasporti, del San Carlo, di Bagnoli e dei rifiuti. E l’elenco si potrebbe allungare di molto. Al di là delle competenze e delle professionalità dei singoli commissari, la Campania ha bisogno di ristabilire una sua programmazione ordinaria, superando una cultura emergenziale che frena lo sviluppo”.